Le cose di dopo
Il Contest del FLA2020
Quel che verrà dopo
di Alex Thorndyke
- Secondo me sono tutte cavolate - mormorò l’uomo davanti al bancone del bar e molti dei presenti gli diedero ragione.
Si riferiva alle immagini trasmesse dallo schermo televisivo, piazzato in un angolo della sala. In quel momento, si stava parlando di un’impresa che aveva dell’incredibile: un viaggio nel futuro compiuto da due volontari, un certo Timoteo Marrone e un certo Martino Volo.
I due asserivano di aver compiuto il viaggio in proprio, con un macchinario mostrato a più riprese alle telecamere e descrivevano nel dettaglio la presunta vita sulla Terra nell’anno 2050. Presunta perché, a quanto sembrava, non c’erano prove effettive del viaggio: solo varie dichiarazioni che facevano storcere le bocche e spalancare gli occhi.
Andò in onda, ancora una volta, l’intervista che i due avevano rilasciato a un giornalista locale.
- Ma quindi nel 2050 vi sarà una fortissima crisi alimentare?
- Assolutamente - rispose Timoteo, un tipo sulla cinquantina dai selvaggi capelli brizzolati. - Vi saranno pochissime risorse di cibo a fronte di una popolazione di circa nove miliardi.
- E non si è riusciti in alcun modo a fronteggiare l’emergenza?
- No, perché una nazione ha fatto in modo di concentrare la maggior parte delle risorse nelle sue mani.
- Potete dirci quale?
- Certo. Si tratta di… - Timoteo la nominò e molti nel bar scoppiarono a ridere. Quella stessa nazione, pochi mesi prima, era andata incontro a una fortissima crisi economica.
- Il presidente A. ne è il leader, o meglio, lo sarà nel 2050 e renderà la sua nazione una potenza economica senza pari.
- Ma se è sottosegretario - ridacchiò qualcuno. - Cosa dicono questi!
- E come c’è riuscito? - chiese il giornalista, trattenendo a stento un sorriso.
- Tutto è legato a un “incidente” - rispose Martino, un tipo sui trent’anni dai folti capelli scuri e gli occhiali. - Dei missili caduti nel suolo di - la nazione di A. - da parte di - nominò un’altra nazione e qualcuno nel bar fischiò. - Precisamente, il 19 luglio del 20… Sembra, sembrerà che sia stata tutta una manovra architettata dal suo presidente D. - nominò un altro personaggio che, in quel momento, era già in politica ma con un ruolo molto meno rilevante.
- E questo, diciamo, incidente, che ripercussioni avrà?
- Modificherà tutti gli equilibri economico-politici. Il risultato sarà che A. diventerà il capo di una delle nazioni più forti, economicamente e tecnologicamente, contro tutte le altre molto più deboli.
- Ma non c’è un modo per evitare tutto questo?
- Certo che c’è - rispose Martino. - Basta agire per tempo e fare leva sull’equilibrio e la cooperazione internazionali.
- Come una crepa su un muro - gli fece eco Timoteo. - Se non ci si presta attenzione, crolla tutto.
- Dobbiamo stare ancora a sentire queste scemenze? - chiese l’uomo davanti al bancone.
Il barista cambiò canale. Sullo schermo comparve un campo di calcio.
Improvvisamente, nella sala i mormorii si spensero e ogni spettatore rimase con gli occhi incollati alla televisione, trattenendo il fiato prima di una clamorosa rete negata.
L’intervista ai due uomini rimase tra le notizie per diversi giorni, poi gradatamente scomparve.
Negli anni successivi, con sorpresa generale, si assistette alla crescita esponenziale del ruolo politico di A. il quale, grazie ad alcune fortunate elezioni, riuscì a diventare nientemeno che il presidente della propria nazione, con poteri quasi assoluti. Nello stesso periodo pure D., sempre con sorpresa generale, riuscì a diventare presidente, tra l’altro con una fortissima maggioranza di voti.
Si arrivò al 19 luglio del 20… Nessuno lo ammise apertamente, ma tutti tenevano il fiato sospeso, in attesa di qualcosa che non si sapeva definire con esattezza.
Quando i missili caddero nel suolo della nazione di A., la reazione di sorpresa si diffuse a macchia d’olio: si era verificato proprio quello che avevano annunciato i due, tutto combaciava, era una coincidenza straordinaria… sempre che si trattasse davvero di una coincidenza.
Da quel momento, qualcosa s’infranse definitivamente.
La storia prese un nuovo corso. L’intero mondo, compreso per primo lo stato di A., venne visto con occhi nuovi. Pure le rispettive vite di ognuno vennero viste con occhi nuovi, più disillusi e inquieti.
Quando la crisi alimentare diede i primi segni, fu come se si fosse attivato un gigantesco campanello d’allarme. Ben presto fu seguita da una fortissima crisi energetica.
A quel punto, qualcosa cambiò.
Gli sforzi di diplomazia, di cooperazione internazionale, di aiuto, anche di compromesso, si moltiplicarono al fine di ristabilire, almeno in parte, l’equilibrio perduto. Non fu un processo semplice né rapido: durò diversi anni e coinvolse quasi tutte le nazioni del pianeta. Le risorse alimentari, grazie ad alcune operazioni calcolate, trovarono una ridistribuzione più oculata ed equa e, in questo modo, si evitarono la stragrande maggioranza delle morti che Timoteo e Martino avevano visto nel loro viaggio. Sullo squilibrio energetico si cercò di intervenire con misure simili. Alla fine, nel 2050, non si arrivò alla situazione prima dell’attacco missilistico ma, se non altro, il rischio di un’egemonia di una nazione e il pericolo di una guerra erano scongiurati.
Prima che finisse l’anno, solo pochi riconobbero la ragione avuta dai due uomini fin dall’inizio. La restante maggioranza continuò a liquidare il tutto come una pazzia e il risultato di una casuale coincidenza.
Il mondo poteva dire di essersi salvato. Il futuro visto da Timoteo e Martino non esisteva più; al suo posto c’era un presente sempre precario, ma un po’ più promettente e sereno.