Le cose di dopo

Il Contest del FLA2020

L’ospite

di Annarita Stella Petrino

Margherita Ferali rientrò in casa poco prima dell’ora di pranzo e trovò suo marito seduto in salotto.
-Ciao amore, scusa il ritardo. Sono stata trattenuta all’università! Non crederai a quanto sto per dirti! Verrá da noi!! Lui sarà nostro ospite!-
Giorgio Ferali sollevò lo sguardo dall’iPad dove stava leggendo le ultime notizie e osservò la moglie mentre gettava nell’inceneritore il soprabito sterile.
-Di chi parli?-
-Il professor Fisico! Marco Fisico, professore alla facoltà di sociologia dell’università di Bologna!- esclamò la donna, mentre toglieva i lunghi guanti igienizzanti neri indossati sopra il pullover a maniche corte e le soprascarpe.
-Scusami?- disse allora il marito
Margherita gli rivolse uno di quegli sguardi che aveva in serbo per lui, quando faceva finta di non capire.
-Giorgio! Per l’amor del cielo! Lo sai che quando fai così non ti sopporto proprio!-
A quel punto l’uomo sorrise: -Ti stavo solo prendendo in giro. So perfettamente chi è!-
-Molto bene, perché mi sono offerta di andare a prenderlo alla stazione questo pomeriggio e di invitarlo a cena.-
Sul volto dell’uomo si dipinse allora un’espressione tetra. La donna si tolse il cappuccio di muta con la protezione in plastica per il volto e lo gettò nell’inceneritore insieme a tutto il resto.
-Scusami???- ripeté l’uomo, stavolta con un tono ben diverso. La donna sbuffò, si girò e si diresse verso la cucina borbottando. -Margherita!! Per l’amor del cielo! Quell’uomo è un purista!!-

Marco Fisico si fermò nella hall della Stazione Centrale di Ubiqui a contemplare la locandina che pubblicizzava la conferenza di studi sociali ai quali avrebbe preso parte. Sentì i mormorii intorno di lui e capì di essere sotto osservazione. Allora alzó la mano e si grattò insistentemente la testa, immergendo le dita in quell’ammasso di ricci ribelli che costituiva la sua capigliatura. I mormorii si trasformarono in esclamazioni soffocate e lui si ritrovò a immaginare l’espressione di sdegno dipinto sul volto di coloro che lo stavano osservando. Sorrise. Si divertiva sempre molto a far indignare le persone.
Si mosse verso l’uscita, raggiunse una delle piattaforme di attesa e con il telefono lanciò il segnale di arrivo, condividendo la sua posizione.
Margherita se l’era immaginato diverso. Nelle registrazioni che aveva guardato, il professor Fisico gli era sembrato più alto. Invece l’uomo che stava osservando era piuttosto tarchiato e decisamente sovrappeso. Questo era certamente dovuto alla mancanza della protezione facciale, dei lunghi guanti, delle soprascarpe e dei soprabiti sterili, che avevano il pregio di snellire la figura. L’uomo, invece, indossava un “vecchio” impermeabile. E per vecchio si intendeva un indumento che nessuno indossava più da decenni. La sua capigliatura era folta e riccia e, nel complesso, dava l’idea di non aver mai visto un pettine.
-Ben arrivato, professor Fisico.- disse la donna, scendendo dalla sua vettura e facendosi avanti -Sono la dottoressa Margherita Ferali, docente di abitudini sociali.-
-Ma certo, so benissimo chi è. La ringrazio per l’invito dottoressa, per me è molto importante essere qui oggi.-
A quel punto l’uomo le porse la mano e la donna si sentì come non ricordava di essersi mai sentita. Il gesto dell’uomo era qualcosa di molto antico, un gesto cortese che era ormai sparito dai normali comportamenti umani a seguito della pandemia degli anni ‘20.
Margherita allungò la mano guantata, forte delle convinzioni date dai suoi lunghi anni di studio, e lasció che l’uomo la stringesse. Un contatto che durò solamente alcuni secondi, ma che la rese estremamente orgogliosa di sé.

Riccardo Bernama, rettore dell’università, cercò inutilmente di riportare l’ordine nell’aula magna. I presenti avevano bruscamente interrotto la relazione del professor Fisico, la cui presenza alla conferenza aveva sollevato non poche polemiche. Lui se ne stava lí, in piedi sul podio, aspettando di poter riprendere il suo discorso, mentre la dottoressa Ferali urlava indignata ai suoi colleghi che quello non era il modo di comportarsi in una sede accademica.
-Dottoressa, credo non ci sia altro da fare che interrompere la conferenza.- disse il rettore, avvicinandosi a Margherita
-Ma così sarà come ammettere che hanno ragione loro!-
-Dottoressa! Lei ha avuto tutto il mio appoggio nell’organizzazione di questa conferenza, tuttavia non le ho mai nascosto le mie perplessità sull’ospite che aveva intenzione di invitare qui di persona! In tutta sincerità non posso dare torto a chi si è sentito provocato dal professor Fisico... Insomma! Lo guardi!-
Margherita Ferali rivolse lo sguardo al professore che paziente attendeva in piedi il suo turno, grattandosi di tanto in tanto la testa. Poi abbassò lo sguardo e fece un impercettibile cenno di assenso con la testa.

-Mi dispiace per la conferenza.- disse Margherita
-Non deve preoccuparsi. Diciamo che ci sono abituato. La ringrazio comunque per aver “osato”. Come saprá tengo svariate conferenze, ma solo da remoto. Pare che la mia presenza non sia ben gradita.-
L’uomo sorrise, rivolgendo lo sguardo a Giorgio che sedeva di fronte a lui e che, ogni tanto lanciava sguardi preoccupati all’impermeabile del professore che sua moglie aveva appeso all’ingresso. Portò istintivamente le mani alla base del cappuccio, assicurandosi che la chiusura fosse ben fatta. La vista di quell’uomo che non indossava alcun tipo di protezione lo metteva terribilmente in ansia. Dal divano si erano spostati nel soggiorno dove la tavola era stata apparecchiata per una sola persona.
-Spero che il cibo sarà di suo gradimento, professore.- disse Margherita
Marco Fisico fece un cenno di assenso e inizió a mangiare. Margherita e Giorgio incrociarono le braccia e attesero. Avrebbero cenato in privato, più tardi, quando il loro ospite sarebbe andato in albergo. Non era buona educazione per una coppia sposata mangiare alla presenza di altri senza indossare le protezioni.

 

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