Le cose di dopo

Il Contest del FLA2020

Le nostre coperte di Linus

di Marco Torlasco

I piedi nudi di Alba accarezzano l’erba fresca del giardino di casa. Alcuni fili si insinuano tra le dita, altri pungono le piante dei piedi. Si guarda le unghie, una formica passa sopra lo smalto scrostato. È arrivato il giorno. Gli estetisti riaprono per l’ennesima volta, forse per sempre. Ha già un appuntamento, lo ha prenotato in anticipo. Quasi non ci crede: sarà libera a tempo indeterminato.
Dopo un’occhiata al cielo terso, una leggera brezza porta un intenso profumo di glicine nelle narici di Alba. Per assaporare il momento fa un respiro profondo. Rientra in casa, ha ancora un’ora di tempo per prepararsi, ma vuole prendersela comoda. Si guarda allo specchio e si accarezza il viso. Si sistema i capelli, ma non tocca i trucchi, che riposano impolverati nella specchiera. Si sente uno schianto così. Ha imparato a piacersi e a bastarsi. Si toglie il pigiama vinaccia, con i pantaloni quadrettati. Per uscire ne vuole uno un po’ più sobrio, magari a tinta unita. Ne sceglie uno con i pantaloni grigio chiaro e la maglia turchese, con sopra la scritta “Relax” e prende i primi sandali disponibili dalla scarpiera. Andrebbe in giro a piedi nudi, ma il mondo è rimasto pieno di asfalto, ghiaia e polvere. Esce di casa, le sembra strano non portare la mascherina, respirare senza filtro, godersi gli odori. Davanti a un’edicola è esposta la locandina del giornale locale. Sopra campeggia un titolo che ha sapore di libertà: “La pandemia è finita!”. È, però, il sottotitolo a farla sorridere: “Sempre più giovani aderiscono al Movimento del Pigiama Libero”.
Angelica, l’estetista di fiducia, l’aspetta sulla porta, ringraziando tra sé il “nuovo mondo” fatto di appuntamenti obbligatori. Si salutano e si abbracciano.
«Ciao bella! Vedo che anche tu stai seguendo quest’assurda moda del pigiama», dice Angelica staccando le braccia da Alba che risponde indispettita: «Non è un’assurda moda!»
«Va bene, va bene, entra però! Rispetto la vostra presa di posizione…»
Angelica prepara smalto e poltrona. Alba si sistema lasciandosi cullare dal cuscino. È subito immersa nei pensieri, ma viene interrotta: «Allora novità sul piano sentimentale?»
«Angie, ma ci hanno appena liberato! Non ho avuto neanche il tempo...»
«Ma pensi che in questi tre anni non siano nate delle relazioni? Mica sono stati tutti chiusi in casa come te!» dice Angelica cominciando ad applicare lo smalto sulle mani e non contenta continua: «Dopotutto se vai in giro conciata così...»
«Ma la vuoi smettere? Il Movimento nasce per questo, per emanciparsi da questa dittatura dell’immagine, dell’aspetto, dei social network!»
«E tu ti stai facendo bella dall’estetista...» dice Angelica infornando la prima mano nell’apparecchio a raggi UV.
«Beh, è l’unico vezzo che mi rimane, poi lo sai che mi mangio le unghie se non sono smaltate!»
«Okay, okay. Non ci sono santi che tengano, questa crociata dei pigiami s’ha da fare!»
«Sì, è una giusta causa, per un nuovo modo di essere», dice Alba guardandosi le unghie restaurate.
«Comunque stiamo divagando! Davvero non hai avuto una simpatia, non hai conosciuto qualcuno online?»
«No, nessuno. Avevo conosciuto un ragazzo prima che iniziasse tutto questo casino, ma lo avevo liquidato per paura di iniziare una relazione in mezzo a un’epidemia»
«Tu sei matta! Conoscendoti se gli hai anche solo dato il permesso di parlarti, sicuramente ne valeva la pena…» dice Angelica, pulendo il bancone, in attesa che la seconda mano sia pronta.
Alba tira fuori la mano e la osserva, poi si gira verso l’amica e dice: «Può darsi che non gli abbia dato il tempo, ma neanche il virus ce l’ha dato».
Angelica scuote la testa e inizia a sistemare i piedi di Alba: «Se tu non avessi cancellato i tuoi profili social, avresti potuto seguirlo, esaminarlo. Non è un po’ quello che facciamo tutti?»
«Quello che facciamo è fare i guardoni, o peggio gli stalker!»
«Un po’ di sano pettegolezzo non fa mai male!»
«Invece può fare male, guardati un po’ in giro, sembra che questa tragedia non ci abbia insegnato niente» dice Alba con le mani in alto come se la stessero arrestando.
«Qualcosa ha smosso, tipo voi coi pigiami. A proposito, andrai alla manifestazione questo pomeriggio?»
«Certo, non me la perderei per niente al mondo!»
Finita la seduta Alba si sistema il pigiama ed esce dal negozio salutando Angelica. Si dirige verso la manifestazione fiera del suo pigiama, della sua divisa. Guardando il corteo pensa che un mondo diverso è possibile, che la sua generazione può abbattere le barriere costruite dalla società. Una vita più spartana, ma piena di sostanza è possibile.
A un tratto lo vede, in fondo, vicino alla folla. Lo aveva forse giudicato in fretta? O è la pandemia ad averlo cambiato? Poco importa. Ora Alex è lì davanti a lei. Sente di volerlo raggiungere, per dirgli che ogni tanto lo ha pensato. Desidera incontrarlo, anche solo per salutarlo, per dirgli che anche lei c’è a costruire un mondo nuovo. In pigiama. Forse sarà tutto uno sbaglio. Vestirsi così è come portarsi dietro una coperta di Linus. Il rassicurante feticcio dei giorni passati sul divano a pensare al domani, alla fine della tempesta. Forse sì, ma vale la pena provare. Vale la pena andare da Alex e dirgli “cambiamo insieme il mondo”. Ed eccolo lì, a meno di due metri. Ad Alba non escono le parole. Lui, infine, la toglie dall’imbarazzo: «Ciao Alba, quanto tempo». Lei vorrebbe essere un fiume in piena ma dice solo «Ciao, scusa se sono...» Lui la abbraccia e le sussurra: «Tranquilla, il mio invito a prendere un caffè è ancora valido».

 

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