Le cose di dopo

Il Contest del FLA2020

Dopo la morte

di Emmeline Pankhurst

Il 20 novembre del 2018 è stato il giorno in cui sono morta.
Ero al ottavo mese della gravidanza, sentivo il mio corpo come mai prima: seno che ogni notte cacciava il colostro e ogni mattina io sapevo di latte; le gambe che soffrivano per il peso; la mia santa povera schiena, che ribellava di sera e mi trovavo piegata a 90° e alla fine il pancione. Sapete che negli ospedali le gestanti vengono chiamate pance?
("Dottore, è ridicolo, ma abbiamo dimenticato una pancia nel corridoio, quindi niente caffè. Prego, avanti, numero 65")
La pancia all'ottavo mese diventa autonoma. Il bambino che decide quando e quanto muoversi, la vescica che oramai non decide niente, diventa abulica, lo stomaco che vuole mangiare, mangiare, mangiare...
Però nello stesso tempo mai mi sentivo così completa, così integra, mi sentivo Futura Madre, di una bellezza pura e angelica. Ricordate, ogni futura mamma in ogni momento è bellissima.
Io facevo i progetti per il vicino futuro, cercando di indovinare tutto con i piccolissimi dettagli, cercando di condividere tutto con il padre del bimbo nel mio grembo.
Ma quel maledetto giorno semi grigio, con il cielo isterico dove le nuvole corrono pazze, ho scoperto che mio marito mi tradiva.
È stato un caso, una coincidenza delle circostanze, una trascuratezza dalla parte del marito.
Sono morta all'ottavo mese della gravidanza.
I giorni successivi passavo nel letto, senza forze, senza speranze, senza appoggio e senza amore.
Non ho raccontato a nessuno, perché mi vergognavo... infatti le brave donne non vengono tradite, quindi sono stata io a fare qualcosa, che aveva spinto il marito ad andare oltre.
Mamma mia, come ero stupida e piena di tossiche cliché.
Mai, mai proteggere quelli che non lo meritano!
Passando i giorni nella piccola stanza al secondo piano ho cominciato a guardare alla finestra. Stavolta ero fortunata, stavo all'ombra di una grandissima e potentissima quercia. L'albero sembra immobile, ma è pieno di vita, gli insetti che volano attorno come minuscoli velivoli e i diversi uccelli, piccoli e grandi. Sapevate che solo dei piccioni esistono decine di specie? Io ne ho visti tre, tutti sulla Quercia.
Pian-piano ho memorizzato l'ornamento dei suoi rami, ogni giorno notavo i cambiamenti perché le foglie marrone e secche portate dai venti andavano via, dando il posto alla luce trasparente del tardo autunno. Un giorno La Quercia mi ha fatto vedere il suo profilo. Mi sentivo un suo ramo, immobile, con la crosta, indurita e fredda.
Dopo qualche tempo sono tornata a funzionare, facevo finta di vivere. Puzzle, una serie tv vista per l'ennesima volta, dolci e le carte. Uccidevo il tempo. L'unico vivo era mio figlio che cresceva e si muoveva.
Ho partorito dopo le feste. I giorni passavano uguali, pieni di occupazioni, paure, ma anche sorrisi e abbracci al mio piccolo bambino.
La nascita del figlio ha terminato la mia separazione dal marito, a parte della profonda offesa c'erano anche le incomprensioni, gli improperi reciproci e l'insopportazione.
Insomma, il primo anno di maternità io ricordo vagamente: i giorni davanti alla finestra col bimbo al seno a guardare il cielo invernale e ad ascoltare i pettirossi, le notti senza sonno, le albe rosse del marzo...
Dopo il primo compleanno del piccolo ho comprato i biglietti a casa per l'aprile del 2020...
Il 9 marzo inizia il primo lockdown, il 15 marzo mi annullano i biglietti... e nonostante tutto ciò mi sono sentita viva! Con paura, con panico, con la mancanza del respiro, sono rinata per combattere. Sono rinata per tornare alla mia vita e per portarci mio figlio.
Ho deciso di fare un piccolo orto, non pensavo mai che la terra mediterranea possa essere così tenace e ostile, ma continuavo a scavarla finché non avevo creato 2 strisce arate. E sapete che? Il gioco assolutamente costava le candele! Avevo da fare ogni giorno, mi aiutavi mio figlio, uscivamo nel giardino e annaffiavamo le piante di pomodori, salutavamo la quercia, la picea, i cipressi, i 2 aceri americani. Davamo da mangiare ai gatti randagi nonostante la gelosia dei nostri gattoni di casa.
Abbiamo superato il lockdown!
Adesso alla fine del secondo lockdown e in attesa del mio ritorno a casa, girandomi indietro posso affermare, che solo le osservazioni della natura mi avevano aiutata a non uscire di testa. Ho conosciuto gli uccellini, i loro orari, i loro canti, ho visto come cambia il cielo si abbassa, si alza, si colora, si ingrigia. Sono stata una parte del mondo della Quercia, che dal esterno sembrerebbe definitivo ma in realtà è infinito, come se si aprisse un'altra dimensione. Ho ricordato come si ascoltano i rumori della città, l'abbaio serale dei cani che si scambiano delle ultime novità, i trilli meravigliosi dei merli, l'inquietante ululato delle sirene, il raro riso dei bambini...
Adesso il 10 dicembre del tragico 2020 sono viva per il passato, per il presente e per il futuro, perché alla fine solo noi stessi possiamo tirarci sù da qualsiasi palude, solo noi possiamo chiedere l'aiuto invece di aspettarlo in silenzio, solo noi scegliamo se vivere o meno nonostante tutta l'ingiustizia è tutto il dolore.
Solo noi possiamo regalarci un altra alba piena di luce calda.
Pescara, dicembre del 2020.

 

Registrati o fai il login per votare!







Iscriviti adesso alla newsletter del FLA per essere sempre aggiornato su tutte le novità e le iniziative del Festival!