Le cose di dopo
Il Contest del FLA2020
Lettera al Futuro
di bruna
“Cara Olga, conosco il tuo potere.
Se potessi parlarti ora, ti sorriderei. Ti direi, poi, che tu non esisti e non potrei affatto incontrarti. Se, invece, venissi tu a farmi visita di persona, ti direi che hai sbagliato casa, perché io non ne ho. E, soprattutto, che non ho mai avuto Paura.
Ti ricorderei che sono nata in un tempo in cui tu non esistevi neanche, e dove tutto si era concentrato, immobilizzato e impazzito tra Passato e Presente. Un tempo in cui gli uomini erano delle macchine piantate a testa in giù nel terreno, tempi duri per i sognatori, si direbbe. Posso considerarmi felice, rispondevo.
Ti pregherei, in ultimo, di andartene via, perché non è questo il tuo spazio; e ti saluterei dicendoti che non avrei mai voluto fossi tu a rispondere alla mie domande, ma piuttosto la vita…
con il suo vivere.”
Mi chiamo Olga e ho una testa che pesa più del resto del corpo. Per questo motivo, sono sempre seduta a gambe conserte con il capo penzoloni tra le gambe. Non sono triste e non sono felice. Non piango mai e non rido. La mia parola amuleto è “Stasy” e la mia posata preferita è il cucchiaino. Mi pesa la testa, inoltre, è l’unica cosa che mi viene semplice dire. Sono pressoché immobile non so da quanto (a parte le oscillazioni del mio capocchione al cambio di temperature e rispettive precipitazioni). Non ho necessità di esprimermi per farmi comprendere, ad esclusione del fatto che nessuno comunque mi parla Davvero.
Da lontano, ogni tanto, inveiscono contro me. O, da vicino, vengono a farmi visita anche di persona, pensando io sia un monumento. Appoggiano peluche, fiori, desideri e pensieri. E, soprattutto, domande. Comunque sono diversa dagli altri (a parte la conformità fisica e la mancanza di parola, gli altri camminano e io no, per esempio) e questo, in qualche modo, mi fa sentire autorizzata a non rispondere a nessuno. HO UN POTERE, PERO’, SE QUESTO PUO’ COLMARE IL MIO VUOTO.