Le cose di dopo
Il Contest del FLA2020
"IL DOMANI NELLE NOSTRE MANI"
di Maria Mene'
“Nel mondo del domani serviranno ancora le nostre mani.” Anna scriveva su un foglio, a lettere maiuscole, con una penna indelebile. Strana scelta di strumento, una stilografica incancellabile, per un compito di italiano, ma lei voleva ad ogni costo che nulla di ciò che avesse scritto potesse un giorno diventare invisibile. Nel mondo che verrà ci sarà ancora bisogno di penne, non tutto può essere scritto su un computer e poi i fogli non possono prendere un virus, a questo pensava Anna mentre camminava per il vialetto diretta verso casa. Intorno a lei il traffico del mezzogiorno in tutta la sua straordinaria rumorosità. Un giorno forse troveranno il modo di inserire una melodia nei motori delle macchine e magari i bambini del futuro non dovranno tapparsi le orecchie per il chiasso. Sicuramente sarà così. Questo era il sogno di Anna, che le cose rumorose potessero trasformarsi in qualcosa di gradevole per tutti. È il sogno di una bambina di dieci anni che poi è cresciuta e ha smesso di credere nelle fiabe, ma non nella forza delle mani di cui scriveva qualche anno prima.
Ora Anna ha 16 anni e il mondo che voleva si è evoluto, è cambiato, tutto va più veloce, forse troppo, niente può rimanere indietro, altrimenti viene scartato a priori come non funzionante.
Anna pensa ancora alle lettere scritte a mano, non a caso ama leggere Dostoevskij, ai libri di carta che odorano di nuovo, tutta un’altra storia, non come quei “Kindle”. Aggeggi curiosi, i libri digitali, sono disponibili in grandi quantità, in pratica su un solo dispositivo puoi leggere migliaia di libri.
In quel tema di qualche anno prima Anna scriveva che tutti si sentivano utili, c’era il lavoro e i suoi genitori non parlavano mai dell’economia davanti il TG, ora che ci pensa, neanche il telegiornale ne parlava poi così tanto. Oggi tutto è cambiato e chissà come sarà più avanti, tutti parlano di soldi, di debito, di deficit e crisi economica, ma Anna pensa sempre positivo, un giorno sarà ancora importante coltivare campi d’ulivo. Certamente anche oggi si raccoglie, questo magnifico frutto, ma un giorno forse sarà un processo più semplice grazie alla scoperta di nuove tecniche, ma attenzione, sarà importante non dare troppe responsabilità alle macchine, è l’uomo la fonte principale di crescita.
Di questo forse si sono scordati, questi uomini un po' addormentati, certo la tecnologia è importante ma va usata solo se serve veramente.
Anna, un giorno, ha letto su un giornale che alcuni genitori fanno leggere le fiabe della buonanotte ad “Alexa” un dispositivo elettronico che può riprodurre tutto ciò che noi chiediamo. Questo non va bene, pensò, nulla può sostituire la voce rassicurante di una mamma o di un papà prima di dormire e poi, la notte non fa più così paura se sono loro a renderla un’avventura.
L’uomo in effetti è una creatura perfetta e nel futuro avrà bisogno di continuare ad alimentare la sua natura, egli ha necessità di emozionarsi, di abbracciare, di connessioni continue.
Anna pensa a tutto questo mentre va a scuola e incontra i suoi amici, in futuro nulla potrà sostituire un gesto, uno sguardo, un sorriso.
La sedicenne desidererebbe un futuro in cui ci siano solo cose belle, ma sa che non è più una bambina e certe idee sono irrealizzabili. Tuttavia, sa anche che se ognuno si impegnasse per il bene comune, nulla potrà andare storto. È una visione utopica la sua, ma non si arrende all’idea di un mondo giusto e sicuro per tutti anche quando la realtà le mostra il contrario di ciò che vorrebbe. “Ennesima violenza di genere” sente al telegiornale durante il pranzo e subito sprofonda nella tristezza, resta ogni volta di sasso, con la forchetta in mano, intenta a finire il suo pasto.
Poi va in camera e si rende conto che leggere commenti d’odio sui social network le fa rimpiangere di aver scelto di far parte di un sistema in cui tutti possono renderti vulnerabile.
Spera in un futuro diverso, dove ognuno possa essere libero dai condizionamenti di un sistema perverso.
Vorrebbe con tutto il suo cuore che, tra qualche tempo, possano esserci risorse primarie per tutti: cibo, acqua, una casa con un letto caldo; per questo studia e legge tanto perché, anche se oggi è difficile trovare un posto di lavoro per chi ha fatto sacrifici, sa che solo la cultura può rendere felici.
Una notte Anna ha fatto un sogno: una squadra di cervelloni, riuniti intorno ad un tavolo, lavorano incessantemente per trovare una soluzione alla povertà in cui riversano alcuni Paesi del mondo.
Poi però decidono di soffermarsi su quelli più “ricchi”: per questi scienziati il problema fondamentale è che, di ricchezze, questi Paesi, ne hanno tante ma guardano solo al capitale.
Anna sogna i meravigliosi borghi nelle regioni Italiane, i musei di Amsterdam, la biblioteca di Londra, il muro di Berlino, l’aurora boreale. Poi si sveglia e scrive sul diario: “Le risorse della nostra madre terra, in futuro, saranno guardate con gli occhi di un bambino che ha appena ricevuto il regalo che desiderava e tutti gli uomini smetteranno di rovinare e inizieranno a preservare”. I governi si riuniranno e, come cavalieri della luce, premeranno un pulsante in tutte le centrali che ridurrà i fumi tossici nell’aria e il pianeta ricomincerà a respirare. Poi, a tutti i bambini verrà dato un seme e ognuno lo pianterà vicino la propria casa in un prato verde che spetterà di diritto ad ogni famiglia della Terra.
Anna, oggi, scrive una lettera che metterà nella capsula del tempo, racconta, tra le altre cose, della pandemia COVID-19 che ha distrutto sogni, speranze e vite di molti. Scrive che il virus ha cambiato il modo di vivere, ha cancellato ogni contatto umano, ogni abbraccio, ogni gesto incondizionato, ma ha fatto riflettere tutti su quanto siano importanti queste piccole cose quotidiane per la felicità. Nel mondo di domani tutti lo ricorderanno e lo racconteranno.
Anna conclude così: “L’uomo del futuro saprà come agire e avrà l’intelligenza di capire, che per un mondo più bello vale la pena morire”