Le cose di dopo
Il Contest del FLA2020
Ibernato
di Tony DCS
Nel 2150, il professore americano premio nobel per la fisica, Artur Miller, si unì a un gruppo ricercatori neurologi per dare un contributo significativo alla cura di malattie terminali. Il motivo che spinse il celebre scienziato a cambiare il suo ramo specialistico fu solo uno: l’anno prima alla moglie di Artur venne diagnosticato un brutto male neurodegenerativo, l’Alzheimer. Se fosse accaduto qualcosa a Kirsten, il professore non se lo sarebbe mai perdonato. Pensava che una persona così intelligente, che aveva ottenuto varie onorificenze in tutto il mondo, avrebbe potuto e dovuto fare qualcosa. La tenacia di Artur era ammirevole, un uomo di sessant’anni che aveva dedicato una vita intera allo studio dell’universo, una delle menti più celebri del ventiduesimo secolo, aveva lasciato tutto e intrapreso una nuova strada senza nemmeno pensarci, solo per amore, e se non avesse trovato la cura sarebbe stato tutto inutile. Dopo un’altra nottata passata a calmare Kirsten, Artur era esausto. Decise di salire sul terrazzo della sua villa isolata, lontano dalla città, dove c’era il panorama mozzafiato delle grandi montagne canadesi, e lì, in quel momento, gli venne un’idea. Era mattino presto, il cielo si stava illuminando di una nuova alba, Artur guardava diritto davanti a sé, in attesa dell’istante perfetto. Meditava. In fondo, non avrebbe mai visto cosa c’era al di là dell’orizzonte, anche se la terra fosse stata piatta lo sguardo non sarebbe mai arrivato oltre un certo limite. Poi chiuse gli occhi, aspettò che il vento portasse da lontano i profumi di ricordi passati e li accolse con una bella boccata d’aria. Una sensazione di benessere si accese in lui: e se potessi vedere cosa c’è oltre quel limite? Rifletté. Forse una soluzione rischiosa esisteva, perché non tentarla? Sapeva che quando dava un bacio sulla fronte alla sua Kristen prima di andare a lavoro, poteva essere l’ultimo. Ormai mancava poco per la sperimentazione della sua cura, forse pochi mesi, al massimo dieci o dodici, ma Kristen era in una fase critica, molto probabilmente si sarebbe spenta prima. Perciò Artur prese una decisione, un ultimo disperato tentativo: si sarebbe affidato alla “criogenesi”. Qualcuno la definirebbe quasi una cosa contro natura congelare e risvegliare a proprio piacimento un corpo umano come se fosse un qualsiasi pezzo di carne. Ma per amore, tutto ciò passava in secondo piano. Artur era deciso più che mai a farlo, aveva sentito parlare di un centro ad Alcor in Arizona, l’unico che era riuscito dopo l’ibernazione a riportare in vita un uomo senza procurargli alcun danno fisico o celebrale. Una volta arrivato in clinica e prima di farsi ibernare, Artur consegnò tutti i suoi appunti e le numerose tesi che aveva redatto da oltre quarant’anni al suo assistente di fiducia, Max. Decise che la prima a essere ibernata fosse stata Kristen, voleva assicurarsi che andasse tutto per il meglio. Infine, fu il turno di Artur. Dopo aver istruito al meglio i suoi assistenti era pronto, guardò Kristen per un’ultima volta…
Una luce bianca penetrava attraverso le pupille ancora opache dell’uomo. Come un istinto primordiale i polmoni chiedevano ossigeno, la prima dose l’inspirò lentamente, ma poi Artur ne fu avido, riempendo d’aria la cassa toracica quasi fino allo svenimento, la testa gli girava, la sentiva pesante come un macigno. Si prostrò in terra i muscoli erano troppo deboli per sostenerlo. Perse i sensi. Dei rumori ovattati arrivavano da lontano alle sue orecchie, una voce, quasi lo fece riemergere dal suo stato di dormiveglia. Era un dottore che lo tranquillizzò, e gli diede il benvenuto nell’anno 2504. Il professore c’era riuscito, grazie ai suoi appunti avevano scoperto il modo di curare non solo l’Alzheimer, ma anche tutte le altre malattie. Il dottore gli spiegò cos’era accaduto negli anni che lui era stato ibernato: auto volanti, tecnologia all’avanguardia, robot e intelligenza artificiale al servizio degli umani per rendergli tutto più comodo. L’integrazione di nuove tecnologie aveva reso il pianeta totalmente eco sostenibile, grazie al riciclo costante di materiali e al calore del nucleo terrestre. Ma non era stato sempre così: nel 2307, ci fu la più grande guerra mondiale mai avvenuta prima, che portò al collasso di due terzi della popolazione terrestre. Gli umani dovettero ripartire daccapo e nacque così un “Nuovo Ordine Mondiale”, che ristabilì il controllo. Le nazioni si erano unite in una sola grande comunità, la lingua parlata era una sola, ma caratterizzata da varie forme di pronunce e dialetti differenti. Non esistevano più i soldi, bensì dei crediti che duravano solo cinque anni, dopodiché ognuno cercava di trovare la sua libertà interiore. Senza più guerre né ansie né malattie, l’umanità poté riscoprire una nuova percezione della spiritualità. Non esisteva più una differenza tra classi, l’unica cosa che veniva controllata era la procreazione, non potevano nascere più di un certo numero di bambini durante l’anno solare, in modo da evitare la sovrappopolazione. Dopo un mese dallo scongelamento, Artur e Kirsten si ritrovarono di nuovo in Canada. Erano uno di fianco all’altra, Kirsten afferrò la mano di Artur e disse:
«Perché l’hai fatto mio caro? Io dovevo morire comunque prima o poi.»
«Perché volevo osservare cosa c’era oltre le montagne e al di là del tempo. E volevo farlo con te!»
«E ora che siamo qui, cosa ne pensi del futuro che ti ritrovi davanti?»
«Credo che il cambiamento più grande non sia stato fatto nella tecnologia, o nella cura di tutte le malattie, ma nella persona che si è evoluta con la propria coscienza, e io e te non siamo ancora pronti a questo cambiamento mia cara!»…
Anno 2650. Questo che vi ho letto era il diario segreto di Artun Miller, che è stato ritrovato dopo la sua scomparsa, lui è stato il premio nobel che ha reso possibile la cura di ogni malattia. Miei cari alunni la lezione è finita! Ci sono domande?