Le cose di dopo

Il Contest del FLA2020

Prima volta

di Irene Fraschetti

Isak si inoltra fuori dalla città seguendo la voce meccanica del navigatore sul cellulare. Sposta lo sguardo intorno a sé come se volesse catturare quelle immagini e conservarle per sempre. Due ragazzi che si scambiano vecchie figurine seduti sui gradini di un palazzo fatiscente; una coppia che passeggia mano nella mano, come volteggiando nello squallore del quartiere periferico abbandonato. La voce meccanica del navigatore si fa sentire di nuovo e la coppia si volta mentre Isak segue le istruzioni e gira a sinistra. Ed eccola lì, in fondo al vicolo, un'insegna rossa al neon, sgargiante nel grigiore che la circonda.
Isak entra accompagnato dal suono della campanella attaccata allo stipite della porta e si ritrova in una sala in penombra, con qualche divano in pelle e lampade dal gusto antico. Dall'accettazione si muove una donna dai tratti orientali, sulla trentina, la cui eleganza nei modi accompagna una bellezza fuori dal tempo. La donna aggira l'uomo per togliergli il cappotto e appoggiarlo sull'appendiabiti.
- Come posso aiutarla? - lo accoglie con una voce lenta e sinuosa come i suoi modi.
- Io... non so... - la donna tocca il braccio di Isak e conduce l'uomo verso l'accoglienza - non so come funziona. È la mia prima volta.
La donna si è riappropriata della scrivania quando sorride, rompendo l'imbarazzo di Isak.
- Può stare tranquillo, rispettiamo la massima discrezione. Cosa la porta qui?
Isak fa per parlare ma non esce niente. La donna sorride dolcemente.
- Facciamo così... mi dica cosa preferisce. Uomini o donne?
- Uomini - risponde Isak
- Quanti?
- Uno
La donna appunta le preferenze di Isak su un taccuino, poi lascia la scrivania e lo accompagna fino a una tenda rossa. Con un gesto del braccio la scosta e impugna la maniglia di una porta in legno.
- Si ricordi che può chiamarmi in qualunque momento.
Un colpo di polso e Isak entra nella stanza. È ampia e ogni parete è occupata quasi interamente da una libreria. In un angolo, un uomo di mezza età è seduto su una poltrona di pelle. Accanto, una lampada gli illumina un volto asciutto che sboccia da un maglione a collo alto, contornato da capelli brizzolati e barba leggermente trascurata. L'uomo è intento a leggere un libro, ma la luce fioca non permette a Isak di intravederne il titolo. Isak scruta la stanza, ma viene interrotto da una voce:
- Quali sono i tuoi autori preferiti? - l'uomo ha sollevato gli occhi dal libro per posarli su Isak.
- Non leggo molto
- Perché hai scelto la stanza biblioteca, allora? - chiede l'uomo con voce conciliante.
- Non l'ho scelta - risponde Isak.
L'uomo chiude il libro con un sonoro scatto e un sorriso compare sul suo volto. Indica verso la porta:
- È bellissima, no?
- Sì - risponde Isak
- O magari tu hai altri gusti?
- Non sono gay
Isak si guarda intorno e inizia a esplorare la stanza per ambientarsi, sotto lo sguardo dell'uomo. Qualcosa attira presto la sua attenzione e Isak si ferma a guardarlo. L'uomo lo raggiunge.
- Quindi è la pittura la tua passione
- È una copia di "La giovane martire" di Paul Delaroche, 1825 circa - risponde Isak senza staccare gli occhi dal quadro di fronte a loro.
L'uomo scruta Isak divertito:
- Sei un trafficante d'arte?
Isak scuote la testa.
- Un pittore?
- No
- Un insegnante?
- No, per carità... sono un critico. Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna e chi non sa neanche insegnare... fa il critico.
Isak abbassa gli occhi dal quadro:
- Scusami... non so come si fa
L'uomo si frappone tra Isak e il quadro, poi con un dito arriva quasi a sfiorare le labbra di Isak, ma guardandosi dal toccarle.
- Rilassati - dice con un filo di voce - sta già succedendo.
Isak lo guarda in silenzio, come ipnotizzato. L'uomo sfiora col dito le labbra di Isak, che socchiude gli occhi.
L'uomo fa scorrere lentamente la mano dalle labbra alla guancia di Isak. I respiri dei due uomini si mischiano e riempiono la stanza.
- Cosa desideri? - la voce dell'uomo si insinua dolcemente nel silenzio. E incontra solo silenzio.
- Immagina che il nostro tempo stia finendo... Immagina che tu debba tornare alla normalità... Immagina che non mi rivedrai più - incalza l'uomo.
- Ora dimmi... cosa vuoi?
Isak muove un passo verso l'uomo e poggia la testa contro il suo petto. L'uomo lo cinge in un abbraccio e con una mano gli accarezza i capelli.
-
Arrivato alla scrivania, Isak è accolto con un sorriso:
Sono 150, per la prima volta - gli dice la donna.
Isak posa i soldi sul tavolo ed esce.
-
Il passo di Isak si fa cadenzato una volta raggiunta la città. La forza dell'abitudine lo spinge a ignorare le persone che lo guardano in cagnesco per l'assenza del Distanziatore Interpersonale. La cosa a cui non si abituerà mai è il silenzio nonostante la folla. Casa è lontana e Isak si sente vuoto a ogni passo di più.
Poi... un rumore. È una richiesta d'aiuto che arriva flebile all'orecchio di Isak. Ma di chi?
Una donna dall'altra parte della strada, poco più avanti, sta chiedendo aiuto intorno a sé. La gente la urta con i propri Distanziatori Interpersonali che circondano la vita con il raggio di un metro.
- Scusatemi... mi sono persa - dice la donna agitando un telefono scarico.
- Scusatemi... - continua, ma invano.
Isak inizia a correre in avanti, schivando le persone davanti a sé. Arriva all'altezza della donna e scuote un braccio. Niente, non lo vede.
- Hey! - urla, e udire la sua stessa voce per strada lo fa bloccare, come se sentisse la voce di qualcun altro uscire dal proprio corpo - vieni!
La donna si volta verso la voce, vede Isak e scende dal marciapiede per attraversare la strada. Una donna la vede e preme un tasto sul suo D.I..
- Sbrigati! - Isak fa fretta alla donna, che accelera il passo.
Appaiono degli ologrammi verdi di poliziotto che circondano la donna. È bloccata. La donna si guarda intorno consapevole di ciò che sta per accadere, ma un braccio maschile rompe la luce degli ologrammi. Isak entra nel cerchio verde insieme alla donna.
-
Isak si sveglia in una cella. La donna è appoggiata alla sua spalla, ancora dormiente.
Isak sfiora la sua mano.

 

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