Le cose di dopo

Il Contest del FLA2020

Le cose di dopo.

di Sophia31


Le cose di dopo.

Che forse questo tempo cristallizzato, di una “vita non-vita”, potrà esserci stato d’aiuto a ripensare.

Immagina.

Seppure insieme alle voci, ai sorrisi, alle emozioni di una realtà ormai lontana, schermata, digitale, una solitudine estranea e un silenzio intermittente, pressante, hanno tormentato e dirottato le nostre giornate in pandemia.

Ma, impauriti e consapevolmente, lucidamente fragili, oggi ci sappiamo figurare le “cose di dopo”?
Dopo di questi “altri-noi”, dopo di questa stasi, dopo di questo vuoto pieno di verità.
Siamo esposti da sempre al mutamento, sociale, economico, culturale, politico, naturale, e ci illudiamo di poterlo gestire, di riuscire ad attraversarlo, indenni, uscendone ad ogni costo migliori.

Un microrganismo virulento, un giorno, ci costringe a fermarci e a curare, a curare davvero, il presente, a sanare le ferite di un mondo malato. Un sistema dei potenti.
Il potere è debole.

Così, non ci aspetterà un futuro, se non sapremo restituire dignità al presente.

E allora le cose di dopo?
Hai tanto tempo per immaginarle ora, no?
Si potrà almeno sperare, fantasticare, che diamine!
Allora ci provi, chiudi gli occhi.. è Dicembre, arriva Natale.
Ah già, Natale.
Ti ricordi?
Si, cioè no .. non mi sembra, non capisco.
Nn lo so. ..
Non ci sono. No, non ci siamo.
Forse questa pausa prolungata non ha fermato solo i corpi. Non immagino.
Ma ci vuole un dopo, ci vuole!
. . .
Ho bisogno di un presente.
Che altrimenti mi sembra di scappare.
Le cose che verranno, le aspetto e non le immagino.
Si chiama paura, sai? No. Si chiama coraggio.
Quel domani poggerà inevitabilmente sull’oggi.
Voglio provare a costruire le basi di quell’oggi, forti.
Le cose di dopo ce le abbiamo qui oggi, svelate, e si presentano in forma di rovine, quelle dell’incoscienza umana.

Allora che ti aspetti?
Io aspetto quello in cui credo da tempo. Giustizia sociale, religiosa, economica, sanitaria, culturale.
Diritti riconosciuti a tutti gli esseri umani. Rispetto della vita, sempre, ovunque.
Umanità. Cauto coraggio nelle scelte e nel progresso scientifico. Bellezza e amore.

Ah, parole? Tu, Immagini parole vane, e non cose?
No. Esigo che quelle parole rinascano cose. Rinascano cose di dopo, di un mondo di uomini che tornino a vivere e a sognare il futuro, protetti in un presente che smetta di fare da palcoscenico per la loro parte peggiore.

Lavoro, scuola e università,relazioni, viaggi, concerti e mostre, festival, sport, sanità,
tutto quello che abbiamo creato, che abbiamo amato, per cui abbiamo lottato.
Tutto questo, avrà un dopo?
Si.
Quale dopo?
Il presente che gli stiamo ricavando.
Non abbastanza. Come il passato che gli abbiamo costruito. Non abbastanza.

E allora?
Allora, tanto per cominciare, mi prendo cura della nostra casa, della nostra terra, del nostro paese, del pianeta di tutti.

Solo dopo, lascio che la meraviglia mi invada.
Si, c’e bisogno di riuscire a meravigliarsi ancora di quello che si ha intorno, di conoscere coi sensi, senza temere di ferirsi, per immaginare le cose di dopo.
Adesso l’animo umano non conosce meraviglia.

Adesso aspetto e mi impegno perché questo tempo sia di nuovo vita che scorre, vita che sa desiderare il giorno che verrà.
Il giorno-dopo.




















 

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