Le cose di dopo

Il Contest del FLA2020

RINGRAZIA L'AZOTO LIQUIDO

di Irene Ciafardone

Aprile 2020: Sono Margot Starì, ed esisto da qualche giorno. Esisto, ma non posso vivere. C’è una pandemia in corso, i miei genitori hanno perso il lavoro e non possono farmi nascere, non subito. Starò al fresco per un po'.
Aprile 2060: Sono Margot Starì, ho vent’anni e sono nata nel 2040 all’Hopital Saint-Louis di Parigi. Mamma Louisienne e papà Mario dopo la pandemia da Covid-19 avevano perduto tutto e di tanto in tanto mi raccontano degli aneddoti, dolorosi per loro ed impensabili per me, su quel periodo di ombre. Vivevano a Ragusa, si erano conosciuti cinque anni prima ad una festa, mia madre era in Erasmus in Italia e mio padre viveva lì e lavorava come reporter. Io a Ragusa ci sono stata poche volte dai nonni, Rosa e Vincenzo. L’Italia è bellissima, la Sicilia è bellissima. Ero destinata a nascere lì ma quando hanno deciso di congelarmi, i miei genitori, non avevano più un quattrino. Niente di niente. A volte – mi raccontano – dormivano con la borsa dell’acqua calda sui piedi per non tenere i termosifoni accesi tutta la notte ed anche un piatto di spaghetti ai frutti di mare era diventato troppo costoso. La mamma spesso mi racconta che in quei mesi era difficile anche tornare a casa sua, a Parigi. Durante la pandemia mio padre non lavorava più e mamma Louisienne riusciva a racimolare qualche soldo di tanto in tanto lavorando in un bar, quando erano aperti. Mi raccontano delle mascherine, del coprifuoco e dei tamponi. Mi sembra surreale, il virus che allora fermò il mondo oggi è come una semplice influenza che passa con due pillole biodegradabili al dì. Un figlio non poteva nascere in quella bufera.
Ho passato 20 anni al freddo, congelata a -200 gradi nell’azoto liquido. Per avere una vita migliore sono nata in un’altra città ma ora studio l’italiano per tornare nella mia. Il mio progetto è quello di aprire un ristorante, il “NoCovid-19”. Per me è un’idea geniale. Un’idea nata dal mio destino iniziale, prima dell’azoto liquido. Il Covid-19 ha strappato le mie radici italiane, ma vorrei modificare il flusso delle cose. Per mia madre invece, questo nome sarà un totale fallimento e quando gli chiedo il perché mi risponde : “ tu non c’eri mon amour , ringrazia l’azoto liquido, ma nessun individuo che ha superato quegli anni mangerebbe mai in un ristorante che, seppur con un “no” che lo precede, porta come nome un sinonimo di abbandono”.

 

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