Le cose di dopo
Il Contest del FLA2020
Baci quasi reali nel post-pandemia
di Giuseppe Vivona
I talebani presenti nei gruppi sui social sono in grado di azzerarmi qualsiasi passione così come un’erezione può morire per un commento sbagliato della propria partner.
A me è successo con quasi tutto: i cattolici mi hanno reso inviso Dio e il suo team di angeli e santi; gli altri tifosi della mia squadra di calcio mi hanno quasi fatto sperare che perdesse la finale di Coppa dei Campioni; i gruppi di cucina mi stavano creando disturbi alimentari.
Il peggiore è stato il gruppo Facebook per cuori infranti. Ci sono entrato per inerzia dopo aver scoperto che Letizia era uscita con l’avvocato stronzo del terzo piano. Quel coglione borioso con così tante griffe, indosso e in tasca, che da nudo di sicuro mette in mostra dei tatuaggi ottenuti per osmosi tipo una mela morsicata sul culo piatto e quella che sembra una fibbia, dei famosi cowboy cantanti “Donald & Garfunkel”, sugli addominali bassi.
Torniamo al “gruppo dei cuori infranti”. Poiché tutto quello che facciamo online o vicino al nostro telefono è evidentemente controllato ecco che, dopo avermi sentito imprecare in maniera creativa per un paio d’ore, al primo accesso a Facebook mi ritrovo questo gruppo in evidenza. Clicco sopra il logo e, prima di iscrivermi, leggo le informazioni: si tratta di un gruppo per gente che è appena stata mollata e che, senza fare nomi, si sfoga per il comportamento dell’ex.
Io, in realtà, non sono stato lasciato. Con Lety siamo solo amici ed è un anno che aspetto la fine della pandemia per invitarla a cena. Dodici mesi che la corteggio in attesa che arrivi il vaccino, sia approvato e la situazione torni normale.
Un anno che le parlo al telefono, dodici fottuti mesi che cerco di incrociarla nelle scale e che le faccio arrivare fiori e regali anonimi che, se non è ingenua in una maniera che me la rende ancora più adorabile, dovrebbe aver capito che arrivano da me. Deve aver capito che mi piace!
Fra le altre cose le ho inviato questo breve componimento:
“Il mio amore per te
E’ scritto nella luce più dolce”
Eppure ecco le foto su Instagram del primo appuntamento con colui che vorrei veder ucciso dal prossimo Covid.
Mi sono iscritto al gruppo e dopo pochi minuti sono stato accettato e ho iniziato a leggere i post al vetriolo, veleno e radiazioni.
Nel piccolo della mia mente io pensavo di essere cattivo ma lì c’erano dei professionisti. Gente malata che, protetta da degli amministratori compiacenti, scriveva segreti senza vergogna e minacciava atti che facevano sembrare alcuni fatti di cronaca fiabe per bambini.
Meno male che dovevamo uscirne migliori.
Dopo meno di un’ora mi dissocio dal gruppo perché capisco che io non voglio fare del male a Letizia e, di conseguenza, nemmeno al “pirla penale”.
E’ mezzanotte, sono sveglio e penso a lei che abita al primo piano. Io al secondo e quel coso al terzo… sembriamo una sit-com.
Mi torturo con il pensiero che magari adesso sono a letto insieme e oscillo tra il primo ricordo che ho di lei e quell’immagine da incubo.
La prima cosa che ho notato di lei sono stati gli occhi e il sorriso. So che non mi credete e che vorreste la descrizione del suo seno, delle sue gambe e di come si veste ma no: non sono affari vostri.
Vi deve bastare sapere che ha la più bella combinazione sorriso bocca-occhi che io abbia mai visto e, in quel primo momento, ho avuto la prova scientifica che esiste l’amore a prima vista e che realmente gli intestini possono sciogliersi per far posto a delle farfalle.
Ho iniziato a misurare la casa camminando sempre più rapido finché non ho aperto la porta del balcone per prendere una boccata d’aria e sentire l’odore dell’erba bagnata del giardino condominiale.
Guardo di sotto e vedo parcheggiate, l’una di fianco all’altra, le loro auto.
Mi sporgo per vedere se le finestre al primo piano sono illuminate e vedo la luce in cucina. Una forma si muove dietro le tende.
Sempre sporgendomi mi volto verso su, al terzo piano, ma è impossibile capire se lì ci siano luci accese.
“Dai, dai” mi dico. “Non può succedere al primo appuntamento. Lei non è quel tipo di ragazza.”
E’ giugno, fa caldo e non credo dormirò. Tremo per l’ansia e il dolore dovuto alla gelosia mi pervade come elettricità. Poi, ad un tratto, vedo una figura uscire dal portoncino: è lui.
Mi giro verso un vaso di fiori con l’istinto di tirarglielo in testa ma non farei una bella figura con Letizia e mi trattengo.
Sta andando verso l’auto, sale mette in moto e parte sgommando.
Mi sporgo di nuovo e guardo la finestra della cucina di Letizia.
Come un uomo che stava annegando e vede un salvagente mi lancio verso l’interno, prendo una vaschetta nuova di gelato al tiramisù, il suo preferito, dal freezer e scendo le scale di volata.
Arrivato davanti alla sua porta mi blocco per un ultimo attimo, riprendo fiato, e poi suono pronto a farmi mandare affanculo.
Lei apre dicendo:-Per favore non insistere… ah!… Ciao.
Quella combinazione esplosiva di bocca e occhi che sorridono mi rinvigorisce come un integratore ghiacciato dopo 10 km sotto un sole omicida.
-Ciao, non riesco a dormire e mi chiedevo se avevi voglia di gelato al tiramisù. Non voglio insistere…
-E’ un po’ tardi per il gelato.
-Domani è domenica.
Lei si appoggia allo stipite della porta, e poi mi fa cenno di entrare dicendo:-Almeno lo hai portato tu e non un corriere.
La guardò, poggio il gelato sul mobiletto di fianco alla porta perché mai e poi mai rovinerei il momento facendolo cadere sul pavimento.
-Lo sapevi?
-Ti sembro scema?
-No, ma oggi sei uscita con l’idiota del terzo piano.
-Solo perché l’idiota del secondo non me l’ha chiesto.
Mi avvicino pensando di baciarla come nei miei sogni, quelli iperrealistici che non distinguo dalla realtà, da cui non vorrei svegliarmi, e lei non si ritrae.
Le sue labbra sono morbidissime e sanno di fragola.
Riapro gli occhi e guardo quello che ho scritto con l’ombra del bacio di Letizia sulle labbra.
Ora che l’incubo Covid è finito dovrei smetterla di innamorarmi dei miei personaggi femminili.
Se solo il mondo fosse migliore e quei baci immaginari meno reali.