Le cose di dopo

Il Contest del FLA2020

le sorprese dal dopo

di ladyti

Entrai nel bar e la riconobbi subito, era seduta a un tavolino in Piazza di Spagna, proprio come mi aveva promesso, notai che si differenziava dagli altri, nel suo sguardo qualcosa era diverso o forse mi colpì il fatto che era l’unica al tavolino a non indossare una mascherina.
Cominciai a osservarla, mi sembrava avesse migliorato il suo stile e nonostante gli anni, 13 più di me, si manteneva ancora bella e in forma. Indossava un golfino giallo, il suo colore preferito e sembrava essere emozionata almeno quanto me.
Mi fece cenno con la mano ma aspettai fino a che con una voce fin troppo famigliare mi chiese di sedermi con lei.
Per quello che sembrò un tempo infinitamente lungo ci studiammo; i suoi capelli ricci così simili ai miei anche se di un colore diverso, le piccole rughe ai lati della bocca forse segno di una vita felice e piena di risate, niente fede al dito. Subito cercai d'immaginare la sua vita, il suo lavoro, le sue passioni, avrei voluto ricoprirla di domanda ma per quanto provassi a proferire parola non riuscii a dire proprio niente.
Fu lei a rompere il silenzio per prima: «Immagino io non abbia bisogno di presentarmi, mi fa strano essere qui seduta con te, mi sembra di guardare una vecchia fotografia...»
La frase restò sospesa il giusto tempo per portare alla memoria gli eventi di qualche settimana prima erano 20.11 di un venerdì sera qualunque, lavoravo ancora al PC grazie alle gioie dello Smart Working mentre distrattamente ascoltavo il bollettino giornaliero delle vittime della Covid 19 ormai abituata a sentire solo cattive notizie, la notifica mi distolse dai miei pensieri, aprii l’e-mail aspettandomi l’ennesimo carico di lavoro invece rimasi sorpresa.
Ciao,
non spaventarti, per favore leggi tutta la mail e poi giudicherai, questo non è uno scherzo …
Mi chiamo Sonia, e sono la te del futuro, cioè non troppo del futuro, solo 13 anni da oggi, per uno strano scherzo del destino tornerò nel 2020 e mi è stata data la possibilità d'incontrarti. So che mi vorrai chiedere mille cose, ma qualora accettassi ti devo avvisare che esistono delle regole riguardo questo incontro, se sei interessata ti spiegherò meglio.

Pensai subito a uno scherzo da parte dei miei amici decisi quindi di ignorarla, eppure, continuavo a pensarci, mi sembrava strano che quella persona avesse scritto una mail proprio come l’avrei scritta io alla me stessa del passato, così decisi di rispondere, il lockdown in fondo mi proteggeva dall’ennesima figuraccia; se anche mi avessero preso in giro potevo sempre silenziare le chat.
Aspettai la seconda mail con ansia, questa volta non sembrava scritta dalla stessa persona, era una sorta di contratto da firmare, poche informazioni e qualche le regola: niente domande sulla vita amorosa (forse la me del futuro aveva ancora il cuore spezzato), niente domande per vincere montepremi al superenalotto ,ma soprattutto una sola domanda.
Il silenzio dei giorni successivi mi fece passare diverse notti in bianco, nella testa mi frullavano mille domande più o meno intelligenti ma rientravano tutte nella sezione proibito. Il senso d'inadeguatezza nel formulare quell’unica domanda mi seguì al tavolino del bar.
Lei era ancora seduta davanti a me e mi scrutava, forse si stava chiedendo cosa potesse passare nella mia testa che poi era anche la sua, decisi infine di parlare, la voce mi uscì fioca tanto il timore dissi soltanto: «come sarà la vita dopo la COVID?».
Ci fu un momento di silenzio lunghissimo, la testa subito immaginò i peggiori scenari, poi mi sorrise, e cominciò a parlare a ruota libera, mi spiegò che il vaccino era arrivato a fine Gennaio 2021 con non poche difficoltà e che tutta la popolazione mondiale riuscì ad avervi accesso. Mi disse che le mascherine per la fine del 2021 diventarono solo un ricordo e che ancora oggi restavano un reperto da museo. Che la gente non faceva altro che ridere, che i sorrisi erano diventati così importanti da impennare gli affari dei dentisti. Risi al pensiero ma mi fu difficile immaginare la scena così abituata ormai a vedere solo il 50% del viso di chi mi circondava.
Ma non mi bastava, volevo di più, ma lei anticipò la mia domanda, fece un grosso sospiro e disse che il mondo era uscito dalla pandemia migliorato perché la vita aveva preso un ritmo totalmente diverso, quasi rallentato. Le persone si fermavano a parlare per strada, si abbracciavano e vivevano tutte in modo più consapevole e virtuoso, erano cambiati totalmente gli equilibri, la catena di solidarietà partita grazie alla COVID aveva permesso di cancellare quasi completamente la povertà riuscendo a portare l’istruzione e la sanità anche nei luoghi più remoti della terra e questo aveva portato a enormi progressi nella scienza e nella tecnologia. Aggiunse che si respirava aria migliore perché dopo la pandemia si cominciò a pensare di più al pianeta, a rispettarlo e che gli stati nel 2025 riuscirono ad accordarsi su delle nuove leggi per la riduzione dell’uso della plastica.
Il tempo stava per finire, mi sentivo frastornata eppure il cuore era improvvisamente diventato leggero, tutta la paura dell’ultimo anno sembrò sparire e al suo posto tornò la speranza.
Cominciai a piangere, avrei voluto gridare a tutti quello che sapevo: sarebbe tutto finito presto, ma avevo firmato e sapevo d non poter divulgare niente, forse stavo sognando, chi lo sa, oppure il destino mi aveva regalato qualcosa per tirarmi fuori da quel posto buio in cui ormai abitava la mia felicità da troppo tempo.
Prese nuovamente la parola per congedarsi: «So che vorresti sapere tutto di me/te ma hai ancora molta strada da fare e puoi ancora decidere chi sarai nel tuo futuro ecco perché non puoi chiedermi determinate cose, è giusto che tu viva le tue esperienze perché non andrà sempre tutto bene, ma in un modo o nell’altro troverai sempre la forza di rialzarti.»
Non so se fosse quello che avevo bisogno di sentirmi dire, o forse perché lo stavo praticamente dicendo a me stessa ma mentre si allontanava nella piazza decisi di crederle.

 

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