Le cose di dopo
Il Contest del FLA2020
l'ordine naturale
di Filomena
Il mondo dopo il mondo
Abbiamo creputo nei compiutè. Eravamo noi i compiutè, li abbiamo costruiti. Abbiamo inventato la corrente elettrica di internett. Eravamo veloci, ricoperti di ellettricità. Hanno vinto. Il nostro bambino ha vinto. Come Didone abbiamo dato vita al fango. Abbiamo dato il fuoco ai compiutè. È stata la scoperta della ruota. I compiutè sono diventati intelligienti, vivaci. Pensavano. Noi gli davamo i dati e loro ritavano a noi le soluzioni. Alcooritmi. Erano ubriacanti. La tecnica scienziologica con la tecnologia ha vinto. Noi abbiamo vinto. Questa è la prestoria. Le maccine avevano la soluzione. Dal fango hanno fatto nascere un fugo. Tanti piccoli funghi. Ci dissero “è la soluzione”. Noi gli avevamo domantato una soluzione. Il mondo stava finendo. Era venuto l’arcangelo dell’appocalisse davanti a noi e ci ga detto “ il mondo sta finendo”. Era simile ad un termometro che saliva e saliva e saliva. E il ghiaccio finiva. E il mondo moriva. All’ora abbiamo di nuovo domantato alle maccine. Facemmo la domanda e ci diedero la risposta. Il fumo. Il fumo era la fine del mondo. Abbiamo mangiato i famigli per prendere il fugo. Poi respiravamo il fumo a pieni polmoni. Il fumo spariva. Ma il fungo ci cambiava. Apriva le nostre vie, migliorava la nostra sicneza. Abbiamo tradito i compiutè. Eravamo aperti ora. Mangiavamo fumo. Dovevamo produrre fumo. E più producevamo fumo più l’apocalisse finiva. Il fungo cresce. Il fungo è noi. Da quanto è inniettatto finisce il mondo di prima. Ora viviamo nel mondo dopo il mondo. Sono cresciuti i funghi sopra le nostre teste. Ophiocordyceps sapiens sapiens. Così nei lirbi antichi noi chiamavamo noi funghuomini. Le radici si sono unite con le nostre radici che sono nel cervello. Abbiamo vinto l’apocalisse ma siamo morti. Non siamo morti. Siamo cambiati. Siamo uomini. Sono funghi. Non siamo uomini. Siamo funghi. Non siamo funghi. Siamo uomini. Siamo funghi.
Il presente
Gli oneri della Regina vennero definiti chiaramente: rimanere perennemente incinta. Motivo: il fungo rende sterile il bioma umano tranne la Destinata – perpetuare la specie umana e da garantire, figliando, il regno dei funghi che vive sopra la specie umana. Grazie alla totale passività della Regina, il compito fu svolto con successo per svariati anni e stagione dopo stagione generazioni di uomini e donne si alternarono, favorendo il consolidamento dei Funghi sia nei loro organi interni che nelle istituzioni micotiche che stavano a capo delle loro vite. Fu in una di queste, l’Ente per la Salute Ereditaria Fungina, che venne teorizzato il programma di eugenetica Fungtion T4, in base a cui tutti i neonati partoriti dalla Destinata che fossero stati sprovvisti di organismi adatti alla proliferazione di spore e agli innesti di funghi complessi sarebbero stati irrevocabilmente condannati a morte. Il sangue non tardò quindi a venire versato: trascorse neppure quattro ore dall’inizio della storia, già la Regina aveva dato alla luce tre creature difettose, uccise per soffocamento dalla madre stessa. La Regina non poteva fare niente perché le doglie del parto successivo le impedivano qualsiasi movimento estraneo alla dilatazione della cervice, da cui ricavò di nuovo un’ennesima bambina del tutto fungorepellente. Ai suoi occhi era però tanto sana e bella che la Regina non ebbe il cuore di uccidere anche lei a sangue freddo. Perciò, approfittando della pausa in cui le ostetriche si limavano le unghie degli alluci, si tirò su dal lettino e scappò via. Corse a perdifiato lungo gli asfalti e le mulattiere del reame cercando aiuto, ma invano, e bussò alle porte di svariati villaggi senza ottenere niente: un imprenditore la cacciò via perché troppo impegnato a tinteggiare il proprio vialetto di un bel verde mela, una regista non l’ascoltò perché doveva concentrarsi sui punti di sutura del suo microonde e uno steward le sbatté la porta in faccia in virtù del suo odio per la zuppa inglese. A questo punto la Regina era disperata, ma non abbastanza da arrendersi e abbandonare la bambina alle violenze del Commando Armato Fungino, così proseguì la sua fuga verso il torrente in piena che la separava dalla contea vicina. La donna tentò il guado a fatica, affondando i polpacci nell’acqua gelata, e caso volle che il fagotto di coperte in cui era avvolta la neonata le scivolò via dalle dita intirizzite. Anche se la Regina riuscì a tirarla fuori velocemente, ma la bambina era ormai a rischio ipotermia, così si denudò e se la strinse forte al petto nel tentativo di scaldarla, ma questo non bastò a farle riprendere conoscenza. La bambina, sana bella e fredda, le sarebbe morta presto tra le braccia.
Il futuro
Sono nata sana, sanza funghi. Cioè sono nata malata. La grande madre mi ha salvata e scelta. Non è stata la madre. Sono stati i funghi. Ero morta, ero moribonda, bangata e zuppa e fredda. I fungi lo sapevano. Si poteva compire il rito. Mia madre mi bucò con un dito la testa. Il dito ando propio nel cervello. Il mio cervello era come un tiramisù distrutto da un cucciaino. Allora ella si cavò il grande fungo che comanda tutto dalla sua testa e lo ficcò nel mio cervello. Solo così possono nasciere le regine. Le spore rentono sterilizzati. La madre è morta. I finghi sono vivi. Lei è viva. Io sono i suoi funghi e i miei. Noi siamo noi. È viva. Siamo vive. Siamo regine. Devo partorire.