Le cose di dopo
Il Contest del FLA2020
La prima profuma di menta
di Francesca Binfarè
Le cose di dopo sono quelle del futuro. Basta scegliere la pillola verde. Verde come la rana, verde come la speranza, verde come la bottiglia. Si scarta, è tonda, sembra di zucchero, la metti in bocca ed esplode come quelle bombe da bagno frizzanti di cui vai matta. Profuma di menta. Ecco, la lasci sciogliere e sei nel domani. Allora potrai leggere il pensiero delle persone accanto a te, di tutte, ma proprio di tutte. Sai qual è la cosa bella? Che così facendo puoi immedesimarti e cambiare prospettiva. Fare come le scimmiette che si appendono ai rami per la coda, e a testa in giù guardano il tuo stesso mondo ma non lo fanno al tuo stesso modo. Così puoi vedere le cose in maniera differente. Gli oggetti, ma anche le opinioni. Perché, sai, è importante anche per il futuro capire che ascoltare gli altri, e magari addirittura (addirittura!) mettersi nei panni altrui – che è fondamentale. Perché non ci si salva mai da soli ma insieme, perché a volte io sbaglio e tu no, e capire cosa pensano gli altri aiuta tutti.
Le cose di dopo sono quelle del futuro. Tecnologiche. Per scoprire quali sono (anzi, saranno: io ti parlo dal domani ma tu ancora non ci sei arrivata, me ne dimentico!) prendi la pillola viola. Vedrai computer piccolissimi con schermi immateriali, barriere antivirus che ti avvertono di ogni ospite – anche buono – che bussa alla tua porta informatica. Dimentica però le navicelle spaziali: però sì, le auto che si guidano da sole ci sono, e funzionano davvero. La tecnologia è indistruttibile. Ti pare un sogno? E invece no, sarà come quelle macchinine con cui giocavano i bambini e le bambine negli anni ’70, di metallo, di ferro, non di latta: quelle erano davvero indistruttibili. Sono cadute dai balconi (e le urla che salivano da sotto? Pericoloso, in effetti), lanciate giù da piste scoscese e improvvisate, usate come autoscontri tra di loro. Ne uscivano ammaccate ma sempre sorridenti. Ti giravi a cercare quella finita sotto il mobile e la guardavi dritta negli occhi: lei, verniciata di rosso, non ti tradiva. Così è oggi con la tecnologia. Sì, si aggiorna spesso, ma l’hardware è diventato quello che sognavamo tutti.
Le cose di dopo sono quelle del futuro. Arte ovunque, in ogni strada, in ogni piazza. Sculture, dipinti, street art che riqualifica i quartieri, installazioni sorprendenti che sfidano il cielo. Pillola color ocra, e vedrai tutto questo. La pillola non frizza, sembra una perla di ambra: si scioglie lentamente, ma poi dischiude tutta la sua bellezza. Non so neanche io spiegarti come sia successo ma a un certo punto tutti gli uomini si sono accorti che senza arte non si vive. Si sopravvive senza l’odore dei colori, senza il profumo delle tavole di legno del palco, senza il frusciare delle stoffe, senza il rumore di torni, scalpelli, spatole. La grande arte è a portata di tutti, chiunque ne può godere. Prendi nota, è gratis. I musei sono gratis. Il ritorno dei grandi mecenati è stata una sorpresa, fondamentale, inaspettata e magnifica. La loro vera ricchezza è nella passione per l’arte, in tutte le sue forme. Certo, anche la musica, che è forse quella che io preferisco. La musica è tornata a essere oggetto, con i vinili, ma anche momento, con i concerti. Ce la siamo vista brutta, forse tu non ricordi perché eri davvero molto piccola. Comunque c’è stata una pandemia, che oggi posso permettermi di scacciare dalla memoria con un gesto della mano, come si allontana una mosca fastidiosa dal volto. Ecco, quella pandemia non ci permetteva di aggregarci, di stare vicini, di andare al cinema, al teatro, a vedere un concerto. Poi tutto è tornato, con più voglia di prima, con più occasioni di prima. Pillola ocra, per vedere cosa il domani dell’arte ci regala.
Le cose di dopo sono quelle di ieri. Pensare al domani non mette paura a chi ha radici e coraggio. Due cose che la vita ci ha dato, ce ne ricordiamo? Te ne ricordi? Tu le possiedi, non avere paura di guardare oltre. Niente ti strapperà dalla tua essenza. Quella c’è sempre stata, ci sarà sempre, immutata. Pillola color amaranto, tra lo scarlatto e il cremisi, tipico della pianta di cui porta il nome. Un colore che io penso come antico, ma chissà, forse è solo un pensiero mio strambo. Questa pillola si scioglie in un attimo e ti fa vedere che no, non ci sono auto che volano ma persone che sanno contare, partendo dalle tabelline imparate in seconda elementare. E che, contando, sono arrivate a lanciare sonde verso Saturno. Hanno scoperto che i suoi anelli sono dorati, di un dorato cangiante, alternati ad altri color ottanio. Ma sono sempre partiti da 2 X 1, 2 X 2. Il pane si fa ancora con quattro ingredienti di base, la farina, l’acqua, il sale e il lievito: non cambierà mai, e avrà sempre quel buon profumo di ricordo, sicurezza e abbraccio. Perché queste tre cose, nel dopo, resteranno: il ricordo di chi siamo e da dove veniamo, senza il quale non possiamo andare avanti; la sicurezza di un posto che chiamiamo casa, anche se è nuova e iper accessoriata (a proposito, nel futuro amiamo molto le finestre enormi, a me piacciono da impazzire); l’abbraccio della famiglia, l’idea di avere una bella tovaglia sul tavolo, un bicchiere colorato e curato, un vaso con dei fiori che profumano… tutto questo non cambia.
Le cose di dopo sono quelle di ieri. Una corsa al parco, un tuffo in piscina, una camminata in montagna per mangiare la polenta. Queste non possono cambiare mai perché noi non vogliamo che cambino. Lo abbiamo imparato quando non è stato possibile farle, e non ce ne dimenticheremo. Pillola bianca: la storia. Questa ti riporta indietro, nel caso serva ripassare qualche avvenimento. È importante, sai? Perché è la memoria che ci fa entrare nel dopo facendoci fare un passo avanti. E poi, non è bello ricordarci nel nostro piccolo di quando da bambine pensavamo di essere delle principesse un po’ magiche? Non usare mai la pillola arancione: è quella dell’oblio, con lei le cose del dopo non potranno esserci più.