Le cose di dopo

Il Contest del FLA2020

Il bivio

di Maria Antonietta Pia

E come se mi trovassi ad un bivio.
Percorrere una strada nuova o ripercorrere quel che è stato?
Con la saggezza degli anni che passano, cara amica, mi diresti percorri la strada che ti rende più bella. La strada nella quale non ti sembra di camminare bensì danzi leggera come una foglia e sorridi come una bimba di qualche mese.
Percorri la strada dove nelle giornate più strane riesci a cogliere quell’attimo nel quale il gelsomino in fiore si apre.
La strada che pur non conoscendola ti fa ritornare a casa.
La strada che ti fa splendere.

A volte la mente non sceglie ciò che ti rende felice per paura di essere felici.

Dicono che dopo la scelta saremo migliori. Dicono.

Io non lo so cosa significhi essere migliori ma sicuramente una cosa l’ho capita di me.
L’incertezza a guardarla da qualsiasi prospettiva fa paura.
Ad alcuni stimola ad altri blocca. A me ansia.

Le uniche cure all’incertezza per me sono i libri, le poesie, le fotografie e i sogni.

Libri che ti regalano risate, pianti e bellezza.
Per esempio il libro che sto leggendo adesso è ambientato tra Londra e Cipro ed è come se tornassi in quella terra che mi ha accolta e coccolata. Lo sai, sono una lettrice compulsiva perché in ogni storia trovo una leva per capire, comprendere, conoscere posti nuovi o riviverli di nuovo.

E se i libri liberano, permettono di alleggerirci dal peso della vita e arricchirci un pò con le storie degli altri. Ricordo ancora il primo libro che mi ha fatto piangere. Io che leggevo per evadere e per sognare e invece mi son lasciata stupire da quelle lacrime perché le parole colmano e son magiche nella loro essenza.

Poesie che seguono l’istinto e la danza delle parole come se si componessero da sole e io seguissi il flusso e l’istinto di qualcosa di più grande.

Le fotografie di fiori che mi hanno permesso di cogliere i dettagli e di comporre poesie.

I sogni che alimentano la nostra forza interiore.

Riparto da me e mi riempio di bellezza.

Sai la mia vita dopo la tua partenza non è stata facile.
I giorni successivi a quel triste giorno ho zappato tanto ma il dolore e la rabbia non sparivano.
Impossibile trovare una giustificazione al tuo triste destino.

Ho scelto di vedere il tramonto per te fino a lacrimare per fermare quell’attimo per potertelo descrivere ma trovavo solo lacrime.

Dopo la tristezza è arrivato il giorno del cercarti nelle cose che facevo.
E ti ho trovata come dentro un incantesimo.
La tua esperienza mi ha dato consapevolezza della vita: un dono da celebrare ogni giorno in ogni scelta.
Guardo l’alba ogni mattina nei miei campi ed è come se mi spogliassi di ogni paura.
Il tempo si ferma e l’attimo diventa immortale.
Mi sento in una dimensione surreale.
Come se ogni mio desiderio potesse diventare realtà.
Come se quando sono li nell’orto tra fatica e dolori quello che emerge è il sorriso capace nel suo piccolo di rendere migliore il mondo.

Non va sempre bene e sarebbe forse troppo noioso se andasse sempre tutto bene perché la natura ci insegna che viviamo in un ecosistema pieno di microrganismi che tutti nel loro piccolo fanno mandare avanti il mondo.

Ho curato l’ansia del non sapere quello che non posso prevedere ascoltando gli uccellini, concentrando i miei occhi alla bellezza di cui ero circondata, osservando le farfalle che mi danzano attorno.

Ho coccolato ogni piccola paura nutrendo gli occhi di fiori con le loro sfumature e i loro colori.

Non è facile amica mia, ciò che mi rasserena è pensarti al di la delle nuvole. Sulla tua bici a piedi nudi tra campi di tulipani dai colori variopinti.

E’ un gioco di prospettiva.

Le mie orecchie ora son piene dei tuoi sorrisi e delle nostre risate adesso che hanno asciugato le lacrime.

Ed ecco che riesco a dirti che sto lavorando, come sempre, a tanti progetti: l’orto, l’università e le lezioni, nutrendo la parte creativa con la scrittura, imbastendo il progetto culturale.
Sono però in una fase di riposo obbligato perché mi son fatta male e quindi ora è il tempo del pensiero. Sto imbastendo progetti che quando potrò riprendere a camminare potrò eseguire.

Diverse volte mi son detta che mi sarei dovuta fermare. Quando corri senza sosta, però, se ti fermi senti i dolori ed è per questo che ho sempre preferito correre senza fermarmi.
Tu mi insegni che urge anche fermarsi e ricomporre nuovi puzzle e organizzare meglio i tasselli della vita.

Metto da parte la tristezza e la malinconia e porto avanti progetti che quando sono nell’orto non ho fisicamente il tempo di seguire e cerco di rallentare e assaporare ogni attimo perché é bello riprendere a camminare sapendo dove si sta andando. E mi vengono in mente i marinari che in mezzo al mare e alla tempesta devono cercare di non perdere il controllo.

Il dopo questo riposo forzato me lo immagino più colorato nella scelta della strada da percorrere.

Mi immagino girasoli che portino il sole soprattutto nei giorni giusti, in quelli di pioggia, nei giorni tristi e nei giorni in cui nulla va.
Mi immagino campi di lavanda per colmare ogni paura e ogni debolezza.
Mi immagino una fragola per ogni desiderio da realizzare.
Mi auguro che ogni cosa che immagino possa diventare realtà.
Non so esattamente la ricetta perfetta però il segreto sta nel cominciare.
Qualche giorno fa ho provato con un litro di consapevolezza, due bicchieri di pazienza, due cucchiai di sorrisi, un cucchiaino di forza, mezzo panetto di entusiasmo e due bicchieri di tenacia.
Ho mescolato bene pensando a cose belle e ad occhi chiusi a quel sogno si avveri visualizzandolo ben bene per far amalgamare meglio gli ingredienti.
Verso il composto nella teglia e l'ho riposto nel forno dei desideri quanto basta.
Una volta raffreddato ho provato ad assaggiarlo ed era saporitissimo.

Amica bella sò per certo che tu la tua ricetta l’hai trovata con il tempo e con la tenacia che hai sempre dimostrato soprattutto per le maratone e in ogni cosa che hai fatto, fai e farai nel tempo eterno.
Nel bivio scelgo la strada della perseveranza.
Per adesso ti abbraccio da qui, prenditi cura di te.

 

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