Le cose di dopo
Il Contest del FLA2020
OGGI È GIÀ DOMANI
di Ale D.
Il festival era appena iniziato e la massa di persone si spostava verso il palco principale. Il concerto cominciava al tramonto. Luca aveva comprato il biglietto sette mesi prima per festeggiare il compleanno di Lucrezia che non vedeva l'ora di ammirare il suo artista preferito dal vivo.
Lui aveva altri gusti e spesso ne parlava con Katia che frequentava da tempo. Non si sentiva in colpa per questo, voleva conoscere donne diverse senza rinunciare a nulla.
Le persone si accalcavano e corpi sconosciuti si sfioravano incuranti dei sudori e pronti a saltare alla prima nota dell'artista. I venditori di panini cercavano di reggere la folla affamata.
Una ragazza urlava, era sopra un albero mentre la sicurezza tentava di farla scendere. Indossava solo delle mutandine e un reggiseno color carne attirando con le sue nudità gli occhi di alcuni curiosi. Una coppietta si divertiva a mostrare le capacità circensi affinate negli anni.
Le luci della natura si facevano flebili e venivano sostituite da quelle artificiali che illuminavano il palco. Giovani operai mettevano in funzione le ultime cose mentre le urla dei presenti si facevano sempre più insistenti.
Luca si unì ai cori che invitavano l'artista ad uscire ma la star, come ogni star, si faceva attendere.
Il concerto iniziò.
Lucrezia apparve come sputata dalla terra, prese la mano di Luca e iniziarono a muoversi seguendo un ritmo e cercandosi con le labbra. Una coppia cominciò a ballare insieme a loro, la ragazza cadeva spesso a terra, rialzandosi a fatica con l'aiuto di lui. Erano ubriachi e sgraziati. Lui aveva le suole delle scarpe scollate e lei era scalza. Ridevano senza preoccuparsi di accaparrarsi il consenso di chi li scrutava. Luca si sentiva coinvolto nel guardarli, contorcendosi in una danza sbilenca insieme a Lucrezia ma il suo pensiero si rivolgeva a Katia.
Avrebbe portato lei al prossimo concerto, vestita come una principessa, le avrebbe fatto indossare una corona di fiori come vedeva a tante donne intorno a lui. La immaginava senza divisa, calzamaglia e cappello, distesa sui prati mentre descriveva con minuzia i suoi progetti. La mano di lei che sfiorava l'erba come a cercare una scoperta tattile e lui con un bicchiere di vino bevuto alla salute del momento e un sorso condiviso con un bacio, per poi indietreggiare e mordicchiarsi la lingua e chiudere con una risata che si confondeva con tante altre.
La voce di Lucrezia ruppe quella visione. Il tempo era passato e il concerto terminato.
Luca è tardi. Abbiamo 15 minuti. Dobbiamo andare.
Gli occhi della ragazza catturarono le fantasie di Luca. Lucrezia sapeva e accarezzò il suo compagno come a trasmettere un conforto materno.
Pensavi a Katia, vero?
Sì
Va bene. Ora andiamo è molto tardi. Se non arriviamo in tempo dovremmo pagare una multa e non abbiamo soldi. Corriamo.
Lucrezia saltellava quasi come fosse una farfalla distante dal timore dello sfinimento. La coppia si ritrovò in fila per poter accedere all'area B234. Vi erano molti ritardatari e una una coda caotica si era formata senza seguire l'ordine di arrivo.
Un uomo alto circa due metri chiamava le persone catalogate su un registro e le invitava ad entrare nella cabina DR3.
Luca era consapevole che sarebbe arrivato il loro turno ma l'angoscia lo comprimeva tanto da avvertire un formicolio alle mani e ai piedi. L'uomo del registro pronunciò i loro nomi e dopo qualche secondo si ritrovarono nella cabina. Lucrezia abbracciò il suo amato, si avvertiva il suo respiro e un pianto timido e discreto.
Quando ci vediamo?
Non so Lucrezia fare questi viaggi è molto costoso. Non so se riuscirò più a permettermelo.
Volevo dirti che mi sono divertita. Hai visto tutta questa gente che balla senza divisa? Mi piace il 1971 e poi l'artista è stato bravo. Sono stati momenti bellissimi.
L'uomo del registro si avvicino alla coppia e cercò di studiarli attentamente. Cercava di capire se avessero oggetti o altro.
Bene siete puliti. Dove andate?
Lei nel 2056 e io nel 2082.
Ok! Vi siete divertiti? Queste cose sono un privilegio.
Luca ascoltava l'uomo e sapeva che aveva ragione. Vivere il passato era una fortuna concessa a pochi.
Nel 2082 si poteva viaggiare nel tempo indietro nel tempo ma non nel futuro. La cabina DR3 permetteva la scomposizione molecolare dell'essere umano. Luca vagabondava allo scoperta del passato per capire come migliorare l'anno in cui viveva ma da tempo era afflitto da una profonda nostalgia.
Avete inserito il vostro chip sotto la lingua per il riconoscimento?
Sì.
Ok, adesso tornate nel futuro.
Presente...
Sì scusa, sarebbe il vostro presente.
Nel 2082 c'era un fervore rivoluzionario ma tutti sapevano che era stato costruito grazie alla cabina DR3. Giovani volontari avevano deciso di rivivere tempi ormai lontani come guerre, contestazioni ma anche le gioe dell'arte e i limiti di un progresso antico. Nel 2082 Londra distava solo 20 minuti da New York grazie al trasporto molecolare ma ciò che era accaduto col passare degli anni non era più scritto nei libri. Era raccontato da chi era andato e aveva visto. Erano poche persone che potevano farlo ma avvertivano il bisogno di sublimare la memoria degli avi.
L'uomo del registro maneggiò con cura alcuni pulsanti e guardò la giovane coppia.
Ora si va nel 2056 poi la corsa terminerà nel 2082. Anche io non vedo l'ora di tornare a casa. Nel 1971 c'è troppo inquinamento, oggi ho tossito tutto il giorno.
Luca prese Lucrezia per mano e fece un cenno all'uomo poi si infilò il chip sotto lingua ma prima di installarlo riuscì a sibilare qualche parola rivolgendosi all'uomo.
Ha ragione signore nel 2082 si sta molto bene ma grazie al 1971.
La cabina cominciò a rumoreggiare e Lucrezia si strinse ancora di più a Luca che prese il suo viso tra le mani per mormorarle qualcosa ma entrambi sparirono in pochi secondi. Proprio in quell'istante un'eco sconosciuto si disperse, confondendosi tra le pieghe delle nuvole e delle tante note musicali di un concerto del 1971 e a molti sembrò di udire la parola perdono.