Le cose di dopo
Il Contest del FLA2020
Ci sarà una volta
di ALESSANDRA DE SIMONE
“Ci sarà una volta”…eh si, lo so, cominciate già a guardarmi storto, a pensar male, a criticare “ecco l’ennesimo scrittore della domenica che non ha neanche fatto un corso di scrittura creativa (anche on line andrebbe bene, di questi tempi), che sbaglia incipit, verbi e si sente autorizzato a rompere gli schemi grammaticali passandoli per “arte” neanche fosse un esponente espressionista o scapigliato! Ecco..si, divoratori di libri quali siete mi avete subito individuato: sono lo scrittore del giovedì sera (stanno scadendo i termini del concorso!), che non ha mai pagato un workshop di scrittura e che è scapigliato veramente visto che potrà andare dal suo parrucchiere di fiducia solo a semaforo giallo da lockdown..ma non voglio perdere l’occasione di farvi conoscere Omar.
Ci sarà una volta..si perché il futuro che vi sto raccontando è quello di Omar, un ragazzo di 28 anni, egiziano, (meraviglioso e magico Egitto!) che porta sempre con sé una fotocopia (meglio custodire l’originale in un posto sicuro!) del permesso annuale di soggiorno, quello che gli scade ogni mese di novembre e che per rifarlo, e per rimbrattargli le dita di inchiostro per le impronte, gli danno appuntamento a maggio dell’anno dopo, così che appena riesce ad averlo in mano rinnovato non fa neanche in tempo a sgualcire che già ricomincia un’altra attesa, un’altra speranza, un altro inchiostro. Omar abita in periferia, giusto una mezza giornata di cammino da Piazza Navona, ma, tranquilli, lui si muove in bici in una città piena di traffico dove spesso finisce a terra quando le macchine fanno finta (o apposta) per non vederlo e dove quando piove si sa..si allaga anche il Colosseo e può capitare che cavolo!, gli rubano pure la bici fuori dal locale..dove prende in consegna le pizze, si, le pizze che, dipende dalla serate, consegna a domicilio, correndo su due sottili ruote per tutta Roma. Spesso, a stare sempre su un sellino e su due pedali gli si blocca il collo o peggio il ginocchio, ma non vi preoccupate, è giovane, e sportivo, sapete? E’ venuto dal continente nero (ma lui è color mou) per giocare in una squadra vera, lo sport è il suo vero mestiere..con le pizze arrotonda, vabbè, la squadra non lo paga ma prima faceva l’aiuto di notte in un forno, poi ci si è messa la pandemia, niente sport, niente forno, quindi, con le pizze ci vive..pochi euro a consegna. Però lui è massaggiatore professionista, pieno di attestati e l’esperienza nell’Egitto del turismo e dei villaggi, qui mette annunci, rispondono per lo più omosessuali da strapazzo, in cerca di luci rosse... Nel suo paese trasferisce quei pochi euro che guadagna, lì è una ricchezza sapete? La mamma si è potuta pagare una banale operazione alla cataratta (in ospedale no, si muore per direttissima) e la sorella può sostenersi perché, ha studiato storia dell’arte ma non insegna, l’Africa non è fatta per gli africani. E’ bravissimo a capire l’italiano Omar perché le parolacce a Roma te le insegnano tutte (e devi essere svelto a capirle in fretta) ma si è iscritto alla scuola di italiano, dove conosce il mondo (anche latinoamericano) e legge Il Piccolo Principe perché anche lui è solo e spesso parla con la natura, col cielo stellato di Roma, la sua compagna adorata. Si adora Roma, gli occhi gli brillano quando ne parla e guarda le luci della capitale, lui adora la città che lo respinge, la nazione che lo convoca ogni anno per inchiostrarlo, quella che lungo tutto un anno si dimentica di lui, non è curiosa di sapere chi è, cosa sa fare, cosa sogna, quale ricchezza di esperienza e di professionalità può donare..ma Omar lo sa, la nazione dimentica anche i suoi giovani, i suoi stessi figli. Scusate ma ho divagato, i ricordi mi hanno sopraffatta..questo è il presente, anzi no, il passato, c’era una volta Omar.
Si, “ci sarà una volta” Omar: 48 anni, cittadino italiano, residente a Roma centro, giusto una passeggiata di pochi minuti da Piazza Navona, si muove in bici in una capitale verde e che ha fatto della mobilità green la sua priorità, insegna italiano agli stranieri e gestisce un negozio on line di articoli sportivi perché crede nello sport, nel movimento, nella sana competizione e coltiva la sua grande passione: i massaggi, nel senso che li fa lui si si quelli seri, quelli professionali, quelli inebrianti di profumi, soffici come la musica new age di sottofondo, eccitanti di emozioni, in centri benessere con le luci soft e gli asciugamani morbidi come lo zucchero appena filato, insomma avete capito…quelli che in genere noi comuni mortali regaliamo alle amiche per il loro compleanno o alle coppie per far finta di fargli passare un romantico e “hot” (con passaggio in sauna) San Valentino. Qui con lui a Roma ha la sua famiglia, la mamma, casalinga e la sorella, insegnante di storia dell’arte, e se pensate che un così bravo uomo non possa aver trovato ,nel tempo che gli rimaneva, la sua dolce metà, si, ebbene vi sbagliate: romantico e sognatore condivide il suo presente con sua moglie, latinoamericana, piena di vita e abbondanza (si, Omar ha da sempre preferito le donne formose). Omar ha una amica, la “scrittrice” delle 23.40 di giovedì notte (chissà se faccio in tempo a caricarvi la sua storia!)..quella che vi racconta il suo futuro, questo futuro, il nostro futuro, con Omar non più invisibile.. ci sarà una volta... Omar.