Le cose di dopo
Il Contest del FLA2020
Riposare in pace
di Roland Hill
«Nonno! Eccoti!» esclamò Samuel.
Alex si voltò e sorrise, mentre suo nipote si avvicinava. «Ciao caro.»
Si trovavano nel giardino posteriore della vecchia casa di famiglia. Samuel lo raggiunse e gli si sedette affianco, sulla celebre panchina: sostava lì da tempi immemori e nessuno ricordava quale avo l’avesse costruita; era stata uno dei cardini principali attorno al quale si svolgeva l’ozio quotidiano, fino all’avvento della prima rivoluzione informatica; suo padre, ogni volta che andavano a far visita ai nonni, si divertiva ad affermare che quella panchina aveva visto più sederi di un endoscopista a fine carriera.
Davanti a loro il tramonto aveva appena iniziato a giocare nei campi, spandendo in lungo e in largo macchie d’ombra nella campagna che si estendeva a perdita d’occhio. Samuel sapeva che era da diverse decadi che non esisteva più quel paesaggio, dietro quella casa, e ciò lo rattristava un po’.
«Dove sei finito per tutto questo tempo?» chiese Samuel.
Alex sorrise, senza contraccambiare lo sguardo del nipote. La luce marcava le rughe del suo viso, sottolineando la sua veneranda età.
Chissà come mai ha deciso di apparire anziano, pensò tra sé il nipote mentre attendeva la risposta.
«Ho cercato di dare un senso a tutto questo», rispose Alex.
Samuel guardò suo nonno indicare davanti a sé. Sapeva che non aveva finito di rispondere, perché amava alla follia fare delle pause durante i dialoghi. Come quasi tutti della sua età, Samuel odiava gli anziani che impiegavano un’ora per terminare un discorso di pochi secondi. Ma quello era suo nonno e lui aveva sempre cose interessanti da dire.
«Ho esplorato», continuò Alex. «Luoghi che non sono mai riuscito a vedere. Mi sono impegnato… e ho voluto conoscere a fondo decine di persone a cui non avrei nemmeno degnato un semplice saluto. E poi...»
Il nonno si bloccò: scuoteva il capo e rideva di gusto.
Samuel lo osservava divertito: «Che cosa, nonno?»
«Ho imparato, in modo serio, ad andare sullo skateboard», disse, mentre finalmente guardava il proprio nipote, sul cui volto si faceva spazio un’espressione mista di stupore e divertimento.
«Sullo skate? Quello a ruote?» chiese Samuel, scoppiando a ridere. «Non riesco ad immaginarti!»
«Eppure… ora faccio la mia porca figura!»
«Ma scusa, non l’avevi mai provato?»
«Mio caro, sono sempre stato un pigro. Avrei ammazzato qualcuno piuttosto. Ma ora che posso...»
Terminarono la discussione con una lunga risata.
«Perché questo posto, nonno?» chiese Samuel poco dopo.
«Sebbene esistano paesaggi mozzafiato, quello di casa è il mio preferito.»
In verità Samuel voleva chiedere ben altro e ci mise qualche minuto per decidersi a farlo. «Perché sei sparito?»
Alex rispose subito. Era proprio la domanda che si aspettava. «Perché volevo capire.»
«Capire cosa?»
«Se avesse senso tutta questa… cosa.»
«E?»
«E quel senso l’ho trovato, ma non fa per me.»
«Cosa intendi?» chiese Samuel preoccupato.
Alex scrollò le spalle. «Immagina di poter fare tutte le esperienze possibili… e poi?»
Il tono del nonno era grave e Samuel non conosceva la risposta.
«Mio caro… ho intenzione di farla finita.»
Samuel non riusciva a crederci. «Ma… ne hai parlato con papà?»
«Sai che io e lui non ci parliamo da molto tempo, ma sono sicuro che capirà. Volevo che tu lo sapessi. Volevo salutarti un’ultima volta.»
Per Samuel il groppo alla gola era insopportabile. Non voleva farsi vedere piangere.
Il nonno sorrise. «Samuel, tutto ciò è un’invenzione geniale. Forse se ci fosse stata anche la nonna… ma non ha fatto in tempo. Ha più senso, per me, riposare in pace.»
Samuel annuì. «Immagino che sarai il primo.»
«Ti sbagli… sarò “assieme” ai primi.»
Così si salutarono, nel più affettuoso dei modi.
Samuel tolse il visore dagli occhi e osservò immediatamente l’urna che conteneva le ceneri del nonno, morto un anno prima. Era il risultato del testamento digitale, un moderno vaso che oltre ai resti conteneva la coscienza digitalizzata del proprio caro.
La spia integrata, di un azzurro intenso, iniziò a lampeggiare e lasciò spazio al colore rosso.
Infine si spense.