Le cose di dopo

Il Contest del FLA2020

Un mondo per tutti

di Julie Deu

È autunno. Le foglie cadono dagli alberi e volano fino a che non trovano il loro posto a terra. L’uscita della metro è poco trafficata. Sarà l’orario. Le sei di pomeriggio, e già è buio.

Una frenata, non troppo brusca, e le porte finalmente si aprono. È arrivata a destinazione senza troppi problemi. Aveva trovato un posto a sedere appena entrata e si era rilassata dopo una giornata di lavoro piuttosto intensa. Il caos, i viaggi passati addossata alle porte e ad aggrapparsi per non cadere sono ormai un ricordo lontano. Il calore dei corpi ammassati con un unico scopo comune – quello di uscire al più presto e arrivare a destinazione- appartengono a una vita diversa. Viaggiare in metro è diventato come prendere un taxi, solo più economico ed ecologico.

I tacchi rossi picchiettano a terra e rimbombano nell’aria. Lei e un uomo, solitari tra i binari. Senza ombra di dubbio, prima, avrebbe passato la sua “passeggiata” fino al portone di casa a guardarsi intorno con aria circospetta.
C’è qualcuno dietro di me?
Le sue scarpe facevano troppo rumore? Avrebbe attirato l’attenzione di qualcuno? Avrebbe svegliato qualche mostro?

La sua gonna era troppo corta? Forse, sarebbe stato meglio prendere un cappotto lungo quella mattina prima di uscire. Nascosta nei suoi stessi vestiti nessuno si sarebbe mai girato al suo passaggio, tantomeno l’avrebbe degnata di nota.

La borsa dall’aria pesante trasudava forse troppa ricchezza? Avrebbe potuto far venire voglia a qualcuno di passare le mani sotto i suoi manici e strappagliela via?

Forse.

Avrebbe dovuto pensare bene al percorso da fare per arrivare a casa? Decidere se passare nella strada con qualche bar e negozio oppure prendere quella più corta e deserta?

Camminare senza abbassare lo sguardo per paura di incrociare quello sbagliato, ora è possibile. Passo dopo passo, tic tic tic, la borsa pesante e il mento alto. Passare per la strada più corta non è un pericolo e scegliere dove andare non è più una scelta che potrebbe cambiare per sempre la vita.

Ora è possibile. Ora è diverso.

Nella testa i fischi riecheggiano come un lontano ricordo, così come lo starnazzare dei clacson. Il senso di colpa, la paura e la voglia di nascondersi non abitano più dentro di lei, non sono più abitudine, fattori determinanti.

Il vento soffia implacabile e lei si stringe nel suo cappottino. La città sembra diversa. Da un po’ di tempo sembra che la natura si stia riappropriando del suo spazio e l’uomo può solo che ammirare questo spettacolo. Le poche macchine che circolano non sono rumorose, non fanno la gara a chi arriva primo. Si muovono e quasi non si vedono.

Le foglie delle querce sembrano tanti piccoli aeroplani che fluttuano senza alcuna meta, alcune le vanno addosso e un sorriso compare sulle sue labbra perfettamente tinte di un color ciliegia. Altri passanti camminano sepolti nelle sciarpe, felici si godono l’aria. Fresca e frizzante, vera e pura.
Dopotutto stiamo camminando sotto lo stesso cielo, lo stesso vento ci sta accarezzando e nessuno di noi ha paura. Siamo liberi, in questo nuovo mondo.

Stiamo respirando una nuova aria, diversa, per tutti.


 

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